torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Ecco cosa prevede il Regolamento sul Ripristino della Natura, contraria l’Italia

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 24/06/2024 who roberto

Per BirdLife Europe, ClientEarth, EEB e Wwf Europa è il trionfo della società civile che ha raccolto un milione di firme. Per il viceministro Gava l’Italia era contraria: non possiamo ignorare impatto su settore agricolo

Il Consiglio Ambiente dell'Ue ha adottatonature-restoration-law.png lo storico Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Gli Stati membri dell’Ue, rispettando il precedente voto dell’Europarlamento, hanno approvato il provvedimento con una maggioranza qualificata. Decisivo il voto dell’Austria che ha cambiato la posizione precedente e ha consentito l’approvazione che ha raccolto il plauso di tutti gli ambientalisti italiani e la  contrarietà del governo italiano che parla di impatto negativo sull’agricoltura.

 
Cosa prevede
Il piano punta a salvaguardare almeno il 20% dei territori e dei mari europei ed è diviso in tre fasi:
nella prima fase, che terminerà nel 2030, i Paesi dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat naturali in pericolo, che sono principalmente boschi, pianure, fiumi, laghi, coste e fondali marittimi; la seconda fase prevede di alzare al 60% la percentuale di ripristino degli ecosistemi entro il 2040 nella terza fase questa percentuale dovrà raggiungere il 90% entro il 2050.
 
Gli indicatori
Gli uccelli selvatici sono stati scelti come uno dei tre indicatori della salute generale di un ecosistema, infatti questi animali dipendono da un particolare habitat per l’alimentazione e la nidificazione e non sono in grado di prosperare in altri habitat. Per questo la distribuzione di alcune specie selezionate permette di misurare il grado di salute di un territorio. Il secondo indicatore per misurare il benessere di un ecosistema è basato sulle farfalle comuni che sono fondamentali per la salute degli habitat naturali perché sono impollinatori di una grande varietà di fiori e piante, e perché sono la base alimentare di molti animali, come gli uccelli e altri insetti. Il terzo indice su cui misurare il benessere di un territorio è quello degli “elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità”.
 
Campi non coltivati
In ogni zona agricola ci devono essere (per una quota di almeno il 10%) campi non coltivati, stagni, ruscelli, filari di alberi ma anche muretti in pietra adatti a ospitare molti animali e insetti ma anche fondamentali nella prevenzione delle frane: infatti lungo i muri a secco l’acqua piovana rallenta e scorre via nelle fessure tra le pietre, per poi venire raccolta nelle canalette. È per questo motivo che questi manufatti rivestono un ruolo vitale di difesa del suolo. Inoltre la legge sul ripristino della natura imporrebbe ai Paesi di “liberare” almeno 25mila chilometri di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero eliminando dighe e barriere artificiali che compromettono la loro salute, ma anche di garantire che non vi sia alcuna perdita né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana. Infine l’Europa con questa Direttiva si impegna a piantare 3 miliardi di nuovi alberi.
 
Il tripudio degli ambientalisti
Un risultato straordinario che premia l’impegno della coalizione #RestoreNature, composta da BirdLife Europe, ClientEarth, EEB e Wwf Europa, e che raccoglie l’invito della società civile e del mondo della ricerca scientifica. Questo è il risultato di una massiccia mobilitazione pubblica: negli ultimi anni sono state raccolte oltre un milione di firme e messaggi di cittadini, ripetuti appelli da parte di oltre 6000 scienziati, 100 imprese, organizzazioni giovanili e della società civile a difesa dell'integrità del Green Deal dell'Ue.
Il voto è una vittoria a lungo attesa per la natura europea e per i cittadini che da tempo chiedono un'azione immediata per affrontare l'allarmante declino della natura che sta danneggiando la salute del Pianeta e dei suoi abitanti. La Nature Restoration Law potrà fare una grande differenza per gli ecosistemi degradati d’Europa, ma ora inizia il lavoro "vero": abbiamo bisogno che gli Stati membri attuino correttamente questa legge nei loro Paesi, in stretta collaborazione con tutte le parti interessate.
La legge ha affrontato uno dei viaggi più tumultuosi nella storia della legislazione europea. Dopo essere sopravvissuta a una campagna di disinformazione senza precedenti, volta a minarne l’intero impianto in seno al Parlamento europeo, la legge ha rischiato di essere respinta all'ultimo passaggio nel Consiglio Ambiente. Si tratta di un risultato importante da presentare all'imminente Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (CBD COP16) che si terrà a fine anno, a dimostrazione del fatto che l'Europa può assumere un ruolo di leadership nell'affrontare le crisi del clima e della biodiversità, tenendo fede agli impegni globali. È anche un messaggio molto chiaro in vista dei prossimi 5 anni del Parlamento e della Commissione europei: biodiversità e clima sono e devono restare priorità strategiche della nuova legislatura.
Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali del Wwf Italia, dichiara: “Siamo molto soddisfatti per l’approvazione della Nature Restoration Law, una vittoria storica della società civile europea che difende l’ambiente e vuole costruire un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Spiace che in un passaggio cruciale per la tutela della natura in Europa, il Governo Meloni abbia clamorosamente mancato l’appuntamento con la storia, opponendosi ideologicamente ad un provvedimento cardine del Green Deal europeo e scegliendo la disinformazione delle lobby dell’agroindustria contro gli interessi dei cittadini. In ogni caso, il Governo non potrà ora evitare di dare attuazione al Regolamento a livello nazionale definendo un piano nazionale con obiettivi chiari, concreti e vincolanti”.
 
Il no del governo
“L’ultimo colpo di coda di questa legislatura ideologica è l’approvazione del Regolamento sul Ripristino della natura. Così la viceministra all’Ambiente Vannia Gava che ha partecipato al Consiglio Ambiente Ue
Il voto favorevole dell’Austria, che arriva spaccata al suo interno, fa raggiungere la maggioranza in Consiglio Ambiente. L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi e ha lavorato a proposte migliorative per garantire il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica. Il Regolamento, così com’è, impatta negativamente sul settore agricolo dell’Unione, accrescendone gli oneri economici ed amministrativi. Non possiamo ignorarlo e non possiamo votare a favore. Occorre più tempo”.

immagini
nature-restoration-law