L’estate dei quattromila incendi: già doppiato il 2011
Solo da gennaio a luglio bruciati 14mila ettari di boschi. Quasi trecento le persone denunciate dalla Forestale. E il capo dei geologi avverte: “Assistiamo a disastri di natura idrogeologica figli degli incendi degli anni precedenti”
Sono oltre 4.700 gli incendi boschivi che hanno interessato la nostra penisola dal primo gennaio al 31 luglio 2012. E il gran caldo di agosto sta peggiorando la situazione. In particolare, sono stati 24mila gli ettari di superficie percorsa dal fuoco, suddivisi in circa 14mila di superficie boscata e 10mila non boschivi. Questi i numeri (aggiornati al 10 agosto) rilevati dal Corpo forestale dello Stato nell’attività di prevenzione e contrasto agli incendi.
Dal confronto dei dati rilevati lo scorso anno, nello stesso periodo di riferimento, si evidenzia un aumento rilevante dei roghi, con circa il 93% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. A questo si associa anche un significativo aumento della superficie totale percorsa dal fuoco, circa il 63% in più dello scorso anno. Nel primo trimestre dell’anno, a causa delle particolari condizioni climatiche, si sono verificati un numero di incendi superiore alla media del periodo, soprattutto nelle regioni del centronord, mentre nel corso dell’estate i problemi si stanno riscontrando soprattutto in Sardegna, Campania, Calabria, Puglia, Toscana e Lazio. Ancora una volta la Forestale evidenzia l’elevata incidenza di cause dolose all’origine degli incendi boschivi: il Nucleo investigativo antincendio boschivo (Niab) dall’inizio dell’anno ha denunciato a piede libero 276 persone e ne ha arrestate sette in flagranza di reato.
“In Italia continuano a bruciare boschi e ampi territori vocati all’agricoltura. Gli incendi – commenta Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, – sono una grande piaga per il nostro paese non soltanto perché sottraggono suolo produttivo all’agricoltura, perché modificano il nostro straordinario paesaggio, perché distruggono importanti ecosistemi, ma anche perché espongono pericolosamente i territori devastati a ulteriori rischi di frane e alluvioni. Negli anni scorsi – avverte – abbiamo assistito a disastri di natura idrogeologica che erano figli degli incendi degli anni precedenti”. Quando brucia la vegetazione, difatti, viene meno la sua proficua azione di drenaggio delle acque, viene meno l’azione di traspirazione delle piante, viene meno la capacità delle stesse piante di trattenere il terreno sottostante.
A proposito di dissesto del suolo, dopo la presentazione del disegno di legge per limitare il consumo delle aree agricole, il ministro Mario Catania ha firmato il referendum promosso dal comitato “Roma sì muove”. La consultazione chiede “un piano straordinario finalizzato allo stop del consumo di territorio e al recupero qualitativo ed energetico del patrimonio edilizio e dei tessuti urbani esistenti” sul territorio comunale di Roma.