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È greenwashing? Così Poste Energia cambia la pubblicità “verde” dopo le denunce all’Antitrust

where Roma when Lun, 19/06/2023 who roberto

Le associazioni Acu (consumeristi) e Climate Aid avevano denunciato come “ingannevoli” le diciture che parlavano di elettricità sostenibile e 100% rinnovabile

Un’associazione di consumatoriposte-energia-luce-gas.jpeg, Acu, e un’organizzazione ecologista, Climate Aid, affermano di essere riuscite a far cambiare la pubblicità “green” di Poste Energia, la nuova compagnia di rivendita di elettricità e gas creata dalle Poste. Di sicuro l’azienda Poste Energia, che ha debuttato a gennaio nel mercato dell’energia, ha modificato i messaggi pubblicitari ma, a parere delle due organizzazioni, ciò è avvenuto dopo la loro denuncia all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm, cioè l’Antistrust). L’accusa è greenwashing, una definizione oggi usata da molte organizzazioni ambientaliste in modo spesso estensivo oppure, nei casi di alcune aziende energetiche, in modo molto restrittivo e mirato.
 
La denuncia
A metà di aprile le organizzazioni Acu (Associazione consumatori e utenti) e Climate Aid Network, nella lotta contro il greenwashing, erano ricorse all’Antitrust per far dichiarare ingannevole la pubblicità di Poste Italiane, veicolata attraverso il sito web, relativa all’offerta commerciale luce e gas.
Le principali affermazioni contestate sono “Elettricità venduta e proveniente da 100% di fonti rinnovabili e gas compensato con crediti di carbonio” e “Offerta green e sostenibile”. Scrive un comunicato delle due organizzazioni: “Senza aspettare la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (competente in materia di pubblicità ingannevole), che ha comunque tempo fino a dopo l'estate per avviare l'istruttoria, Poste Italiane, probabilmente prevedendo una condanna, è stata costretta a modificare radicalmente le proprie pubblicità. E così sono scomparse completamente le pagine che contenevano i claims oggetto di segnalazione e tutto è stato sintetizzato in un unico sito web, con un diverso indirizzo”.
 
È greenwashing?
La definizione di greenwashing oggi usata da molte organizzazioni ambientaliste è molto flessibile e spesso imprecisa. Secondo Acu e Climate Aid, “il termine green non può essere utilizzato quando si promuove la vendita di servizi ad alto contenuto inquinante, dannoso per l’uomo e l’ambiente, come il gas. Nessuno può garantire di far arrivare direttamente ai propri clienti solo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, perché l’energia viene distribuita attraverso una unica rete nazionale alimentata da flussi di energia formati sia da fonti fossili, sia da fonti rinnovabili, prodotti in Italia e all’estero. Ricordiamo che attualmente in Italia l’energia elettrica è prodotta per il 65% da fonti fossili e da nucleare importato”, scrivono.
A parere di Gianni Cavinato, presidente dell’Acu, “Poste Italiane, modificando la pubblicità ha, di fatto, ammesso che la propria comunicazione era davvero ingannevole e fuorviante. Le rettifiche fatte non sono ancora sufficienti”.
A parere di Giuseppe d’Ippolito, avvocato ambientale e cofondatore di Climate Aid, “quando si parla ai consumatori di sostenibilità, in modo improprio e non circostanziato, il greenwashing rimane sempre dietro l’angolo”.

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