Gli interessi privati battono quelli pubblici. A Milano spenta l’Area C
Il Consiglio di stato accoglie il ricorso di un garagista contro lo stop al traffico nel centro. Il ticket d’ingresso aveva tolto dalle strade 40mila auto al giorno. Il sindaco Pisapia conta di ripartire a settembre con un’Area-bis. I referendari: no a soluzioni di compromesso
Non è bastato un brusco calo del traffico e una discesa del 40% del black carbon nell’aria (1,6 microgrammi al metro cubo). L’Area C, la congestion charge milanese che impone un ticket d’ingresso alle auto nel centro cittadino, è stata sospesa dal Consiglio di stato che ha accolto il ricorso di un garagista “danneggiato” dal provvedimento. E nella sola prima giornata di Area C liberamente accessibile, giovedì 26 luglio, l’afflusso delle macchine è subito aumentato del 25%.
Nei sei mesi di operatività, il sistema aveva fruttato una media di 40mila accessi in meno al giorno, ossia il 34% di auto in meno in città.
“Rispettiamo l’ordinanza del Consiglio di stato, che comunque contraddice numerose decisioni del Tar Lombardia che si era espresso in modo inequivocabile respingendo tutte le richieste di sospensiva presentate. Siamo certi che Area C – afferma l’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran – sarà confermata dall’udienza di merito che auspichiamo possa essere fissata nel più breve tempo possibile. Area C in sei mesi ha ridotto il traffico del 34% nel centro città, il numero degli incidenti e ha consentito ai milanesi di respirare meno sostanze velenose. Ha quindi avuto un innegabile impatto positivo per la qualità della vita di tutti. Oggi registriamo con rispetto ma anche preoccupazione che in un’aula giudiziaria è stato ipotizzato il danno subito da un parcheggio privato e questo blocca un provvedimento utile a tutti i milanesi”.
Senza contare che il profitto ambientale ed economico s’intrecciano. Al 30 giugno i soldi incassati dal comune erano quasi 11 milioni e 200mila euro: “Tutte le risorse derivanti dal ticket, non un euro di meno, si stanno reinvestendo nel potenziamento del trasporto pubblico, garantendo più corse di metro e bus, e incentivando la mobilità sostenibile”, assicura Maran. La strada, quindi, potrebbe essere un’Area-bis. Cioè, una versione corretta del ticket, sempre da 5 euro, che accolga l’ordinanza del Consiglio di stato, includa la convenzione-bonus per le autorimesse e consenta alla giunta Pisapia di rilanciare presto, a settembre, la politica antitraffico. È una delle ipotesi su cui sta lavorando lo staff del sindaco assieme agli assessori e all’Atm.
“È importante che il comune non dia segno di cedimenti”, chiede in una nota il movimento referendario Milanosimuove. “L’amministrazione risponda alla sospensiva rilanciando l’attuazione dell’intero progetto referendario – dicono Edoardo Croci, Marco Cappato ed Enrico Fedrighini, rispettivamente presidente, segretario e portavoce del comitato promotore dei cinque referendum per una Milano più verde. – È il momento di fare chiarezza: Area C non può essere fatta passare per una sperimentazione, il periodo sperimentale si è concluso con ecopass, di cui Area C è la logica evoluzione. Con i referendum approvati lo scorso giugno, i milanesi hanno fatto una scelta definitiva a favore della trasformazione sostenibile della città. Il comitato promotore dei referendum vigilerà affinché non si cada in soluzioni di compromesso che riducano l’efficacia del provvedimento”.