Dai luoghi. Qui Emilia. Ferrara si allea per combattere la plastica nell’Adriatico
Il progetto Adriplast ha preso il via il 3 febbraio al Polo Scientifico Tecnologico dell’Università di Ferrara: una cordata interdisciplinare di enti provenienti da Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro e Albania
Bottiglie, sacchetti, posate usa e getta: lungo le spiagge del Mediterraneo i rifiuti di plastica monouso sono più 15 ogni 10 metri. Troppi, secondo l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che reputa accettabili per un buono stato ambientale meno di 2 rifiuti ogni 10 metri. Per contrastare questo tipo di inquinamento, il programma Interreg VI-B IPA Adriatico-Ionico dell'Unione Europea ha finanziato il progetto Adriplast, che ha preso il via il 3 febbraio con l’evento organizzato al Polo Scientifico Tecnologico dell’Università di Ferrara. Insieme all’Ateneo ferrarese c’è una cordata interdisciplinare di enti provenienti da altri cinque Paesi dell'area Adriatico-Ionica (Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro e Albania) e capitanata dal Cursa, consorzio universitario per la ricerca socio-economica ed ambientale, costituito tra le Università di Ferrara, Viterbo e del Molise.
Lo studio
Per facilitare i Paesi del Mediterraneo a raggiungere gli obiettivi e identificare soluzioni sostenibili per la riduzione dei rifiuti plastici, Adriplast mira a sviluppare collaborazioni nell’ambito dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e, nel caso specifico, sull’Adriatico. Il team di ricercatrici e ricercatori del dipartimento di scienze dell’ambiente e della prevenzione (Disap) dell'Università di Ferrara partecipa al progetto grazie alla sua esperienza in ricerca ambientale nei settori della geomorfologia, geoecologia e per la protezione delle aree costiere. Inoltre, grazie a Unife si avrà la possibilità di utilizzare strumentazioni per analisi geochimiche all’avanguardia. I gruppi di studio lavoreranno per identificare le principali fonti di inquinamento da plastica negli ecosistemi acquatici e per sviluppare strategie per ridurne la presenza, valorizzando approcci innovativi e coinvolgendo le comunità locali. Il progetto mira non solo a risultati scientifici, ma soprattutto a sviluppare una coscienza nei cittadini dei Paesi che circondano l’Adriatico per affrontare una sfida globale partendo dal basso. Il progetto vede la luce grazie anche al lavoro dei docenti Corinne Corbau, Carmela Vaccaro e Massimo Coltorti.
Il commento
“Ѐ evidente che non servirebbe a molto limitare l’uso e la diffusione delle plastiche in un solo Paese che si affaccia sull’Adriatico e che solo un coordinamento ed uno sforzo comune può portare a dei risultati tangibili” afferma Massimo Coltorti. “Pertanto, obiettivo principale del progetto è la collaborazione transfrontaliera. Creare cioè una rete di cooperazione tra i Paesi partner per condividere buone pratiche e rafforzare gli sforzi regionali. Condurremo studi approfonditi per comprendere meglio l'origine, la distribuzione, e l'impatto dei rifiuti plastici negli ecosistemi acquatici”.