Mais Ogm in Friuli: Orlando chiede a De Girolamo di dare corso al decreto di divieto
Il ministro dell’Ambiente vuole l’attivazione immediata di un coordinamento con il ministero della Politiche agricole e quello della Salute per garantire l’effettiva attuazione del decreto del 12 luglio scorso
Continua la battaglia intorno alle coltivazioni di mais Ogm nella regione Friuli Venezia Giulia. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando (Pd), ha scritto nei giorni scorsi una lettera alla collega delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo (PdL), e per conoscenza alla collega della Salute Beatrice Lorenzin (anche lei del PdL), per chiedere di dar corso al decreto di divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato del 12 luglio scorso.
Nella lettera - rende noto il dicastero - Orlando cita “l’apparato sanzionatorio esistente e chiede la rapidissima attivazione di un coordinamento tra i Gabinetti dei tre Dicasteri competenti per garantire l’effettiva attuazione del divieto”.
Orlando scrive: “Faccio seguito alla precedente corrispondenza intercorsa tra le nostre Amministrazioni sul mais geneticamente modificato MON 810 e riferimento alla situazione che si è venuta a creare in Friuli Venezia Giulia, Regione ove detto mais transgenico è effettivamente in fase di coltivazione, pur successivamente all’emanazione del decreto 12 luglio 2013”. Il ministro dell’Ambiente evidenzia che “la normativa nazionale già esistente, oggi arricchita anche dal predetto decreto recante il divieto di coltivazione delle varietà di mais MON 810, mi risulta già essere assistita da un apparato sanzionatorio previsto” e indica “per eventuali approfondimenti la competente struttura tecnico-amministrativa di questo Ministero (Direzione Protezione della Natura e del Mare), pronta a fornire ogni utile elemento”.
Anche per “garantire l’effettiva attuazione del citato decreto 12 luglio 2013, ripropongo la rapidissima attivazione di un coordinamento tra i tre Dicasteri competenti, a livello di Gabinetto, allo scopo di determinare ed avviare iniziative concrete da porre in essere per la rapida definizione delle misure di coesistenza da parte delle Regioni. Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che relativamente al nostro decreto 12 luglio 2013 non solo vanno definite le modalità per l’attuazione immediata, ma non può dimenticarsi che vale per soli 18 mesi”.
Orlando scrive a De Girolamo “di prendere atto della Tua apertura verso i Ministri dell’agricoltura di altri Stati Membri, in vista del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, per rimettere all’esame la proposta di modifica della Direttiva 2001/18/CE. Ciò anche in riferimento agli sviluppi a livello comunitario sulla questione MON 810, dopo la pubblicazione, il 25 settembre scorso, del parere dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare sulla richiesta di adozione delle misure di emergenza previste dell’art. 34 del Regolamento (CE) n. 1829/2003 avanzata dall’Italia”.