Polemiche. Un petroliere (ed ecologista) di Abu Dhabi coordinerà il negoziato Cop28 sul clima
Il sultano Ahmed al-Jaber è l’amministratore delegato dell’Abu Dhabi National Oil Company, ma è anche il creatore della città rinnovabile Masdar
A guidare i negoziati della Cop28 che si terrà a Dubai in autunno sarà il capo di una delle principali compagnie petrolifere di Abu Dhabi, il sultano Ahmed al-Jaber (nella foto), che è anche ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata. La nomina è contestata da attivisti e analisti, i quali avvertono che la sempre maggiore presenza fra i negoziatori di figure chiave del settore energetico rende la conferenza sul clima dell'Onu ancora più esposta agli interessi delle industrie dei carburanti fossili.
Chief executive officer della Abu Dhabi National Oil Company, 12ma compagnia al mondo, al-Jaber negli ultimi anni è diventato il volto dell'industria energetica degli Emirati e sarà anche il primo capo di una società petrolifera ad assumere il ruolo di presidente della Cop. Tra i suoi incarichi, anche quello di inviato per il clima del suo Paese e presidente di Masdar, la compagnia governativa per le rinnovabili che ha contribuito a creare.
I contestatori
"È imperativo per il mondo che sia assicurato che si dimetterà dal suo ruolo di Ceo dell'Abu Dhabi National Oil Company", ha detto Tasneem Essop, attivista di Climate Action International, sottolineando che al-Jaber "non può presiedere un processo che deve affrontare la crisi climatica con un tale conflitto di interessi, essendo a capo di un'industria che è essa stessa responsabile della crisi".
Greenpeace è "profondamente allarmata per la nomina dell'amministratore delegato di una compagnia petrolifera alla guida dei prossimi negoziati globali sul clima". Tracy Carty di Greenpeace International spiega in una nota che la designazione del sultano Ahmed al-Jaber "crea un pericoloso precedente, mettendo a rischio la credibilità degli Emirati Arabi Uniti e la fiducia che è stata riposta in loro dalle Nazioni Unite e dalle generazioni attuali e future". La Cop28, prosegue Carty, "deve concludersi con un impegno senza compromessi per una giusta eliminazione di tutti i combustibili fossili: carbone, petrolio e gas. Non c'è posto per l'industria fossile nei negoziati globali sul clima".