Rifiuti radioattivi. Senza deposito nucleare l’Italia a giudizio in Europa
Deferite anche l'Austria e la Croazia per mancata trasmissione dei programmi nazionali di gestione del combustibile esaurito e delle scorie
L'Italia finisce davanti alla Corte di giustizia Ue sui rifiuti radioattivi. Lo ha deciso la Commissione Ue in quanto non è stata assicurata la piena conformità alla direttiva in materia, in particolare sul fronte della notifica dei programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Roma aveva già ricevuto un parere motivato, secondo passo di una procedura d'infrazione, lo scorso luglio, insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo.
Nel dettaglio, la Commissione deferisce l'Austria, la Croazia e l'Italia alla Corte di giustizia per mancata trasmissione dei programmi nazionali di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
La Commissione europea ha deciso di deferire l'Austria, la Croazia e l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata trasmissione dei programmi nazionali definitivi di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, a norma della direttiva sulla gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio).
Questo tipo di rifiuti comprende anche i sottoprodotti degli utilizzi delle tecnologie nucleari e radiologiche per scopi diversi dalla produzione di energia, quali la ricerca scientifica e diverse applicazioni mediche. Per la Commissione è una priorità garantire l'adozione delle più rigorose norme di sicurezza in materia di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Ai sensi dell'articolo 15, paragrafo 4, in combinato disposto con l'articolo 13, paragrafo 1, della direttiva, gli Stati membri erano tenuti a trasmettere per la prima volta alla Commissione il contenuto del loro programma nazionale non oltre il 23 agosto 2015.
La Commissione ha rammentato ai 3 Stati membri gli obblighi a norma della direttiva e ha chiesto loro chiarimenti sulle procedure che ancora dovevano essere intraprese prima dell'adozione dei loro programmi, nonché le date previste per la relativa adozione e trasmissione. Poiché i 3 Stati membri hanno trasmesso unicamente versioni provvisorie dei loro programmi, il 29 aprile 2016 sono state inviate all'Austria, alla Croazia e all'Italia lettere di costituzione in mora, seguite da pareri motivati nel luglio del 2017. La Commissione ritiene che spetti alle autorità di tali Stati membri prendere tutte le misure necessarie per adottare il programma nazionale definitivo per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi e trasmetterlo alla Commissione.
La direttiva sulla gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio) istituisce un quadro comunitario di riferimento inteso a garantire una gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, inclusi quelli derivati dagli utilizzi delle tecnologie nucleari e radiologiche per scopi diversi dalla produzione di energia, al fine di evitare ogni onere indebito a carico delle generazioni future.
La direttiva prescrive agli Stati membri di adottare adeguati provvedimenti in ambito nazionale per un elevato livello di sicurezza nella gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Tali provvedimenti mirano a proteggere i lavoratori e la popolazione dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti. La direttiva garantisce inoltre la trasmissione delle informazioni necessarie e la partecipazione della popolazione in relazione alla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, con un'attenzione particolare per le questioni concernenti le informazioni proprietarie e di sicurezza. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la direttiva entro il 23 agosto 2013.