Nucleare. La Sogin conferma, il Lazio è una regione “baricentrica” per il deposito da costruire
Lo ha detto l'amministratore delegato di Sogin Emanuele Fontani in relazione ai criteri di idoneità per la realizzazione del deposito nazionale per i rifiuti. La Sogin: non vi sono scelte precostituite
Il Lazio è la regione "più interessante perché baricentrico sul territorio nazionale". Lo ha spiegato l'amministratore delegato di Sogin Emanuele Fontani in relazione ai criteri di potenziale idoneità dei territori per la costruzione del deposito nazionale per i rifiuti nucleari.
Rispondendo in audizione dinanzi le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera alle domande "sulla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), ai fini della realizzazione del deposito nazionale per il combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi", Fontani ha aggiunto che esiste una graduatoria dei 67 siti individuati perché "la legge 31 dà mandato a Sogin di definire classi di idoneità su basi economiche, logistiche e di presenza sul territorio di altre attività come colture agricole" di pregio. A chi chiedeva se vi fossero scelte precostituite per una localizzazione in Piemonte, Fontani ha smentito: "È preferibile avere meno distanza da dove ci sono rifiuti", ha spiegato. “Non è semplicemente il Piemonte - come qualcun altro ha segnalato - ma, da un punto di vista di applicazione di questo criterio, il Lazio è sicuramente più interessante perché baricentrico sul territorio nazionale”.
Il commento della Sogin - La società Sogin ha precisato che la frase di Fontani “era riferita alla mera valutazione della distanza dai siti che attualmente ospitano i rifiuti radioattivi sul territorio nazionale. Tale considerazione era, pertanto, del tutto esemplificativa e finalizzata a sconfessare che esistano già scelte precostituite. L’esempio, al contrario, era volto a evidenziare che nulla è deciso. Il percorso di localizzazione del deposito nazionale è appena iniziato e si configura come un processo partecipativo che prevede il più ampio e trasparente coinvolgimento dei territori nella determinazione di una scelta che sarà condivisa”.