Smog. L’Europa mette sotto accusa l’Italia sulle polveri Pm10
Se l'Italia non risponderà con azioni concrete entro due mesi, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue. I commenti del ministro Galletti e del Wwf
La Commissione europea ha inviato all'Italia una lettera di parere motivato - seconda fase di una procedura di infrazione iniziata nel 2014 - per aver superato i valori limite di particolato (Pm10) in diversi centri urbani per oltre 7 anni. La Commissione Ue, in particolare, chiede che l’Italia adotti "azioni appropriate" per ridurre le emissioni di particolato Pm10. La procedura è stata avviata per la violazione dei limiti giornalieri di Pm10 in 30 zone. Le regioni coinvolte sono Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia.
Oltre ai limiti giornalieri, il parere motivato si riferisce anche al superamento del valore limite annuale in nove zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio). Se l'Italia non risponderà con azioni concrete entro due mesi, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue.
La risposta del ministro Galletti - “Risponderemo alla lettera della Commissione Europea sullo smog nelle città italiane illustrando nel dettaglio tutto ciò che il nostro Paese sta facendo per superare strutturalmente l’emergenza smog". Lo afferma Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente. "Stiamo affrontando dal primo giorno la questione dei superamenti nei livelli di inquinanti nelle nostre città del bacino padano, ma anche di altre aree italiane. A preoccuparci non è la prospettiva di una sanzione europea, ma innanzitutto il rischio che corrono la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente. Abbiamo già definito con le Regioni padane un accordo che sarà implementato con nuovi interventi concordati e coordinati e siglato in giugno in occasione del G7 Ambiente a Bologna. A livello nazionale - aggiunge Galletti - abbiamo in atto interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici privati e pubblici e, quindi, per ridurre le emissioni civili, interventi per la mobilità sostenibile pubblica e privata con particolare riferimento a quella elettrica e ciclabile. Su questi impegni abbiamo investito risorse e il giusto sforzo di coesione istituzionale, perché sappiamo tutti che lo smog non si combatte da un giorno all’altro, ma solo con misure strutturali e coordinate sul territorio che a lungo purtroppo sono mancate".
"Tutto ciò - conclude Galletti - lo stiamo facendo per i nostri cittadini e per le nostre città e lo spiegheremo all’UE, che giustamente monitora la qualità dell’aria dei centri urbani europei".
Il commento del Wwf - “Siamo al paradosso: l’Unione Europea è costretta a ricordare ad amministratori locali e regionali, nonché al governo italiano, che l’inquinamento dell’aria da polveri sottili (Pm10) sta provocando enormi impatti sulla salute dei cittadini italiani - dice il Wwf. - Per il Wwf la salvaguardia della salute dei cittadini italiani dovrebbe essere la prima preoccupazione di governi nazionali, regionali e locali, mentre mancano ancora serie politiche di sistema per affrontarne e abbatterne le cause, dal traffico all’energia e al riscaldamento. È necessario un provvedimento quadro che assegni target e compiti alle singole amministrazioni: un provvedimento concepito, da subito, in modo integrato con le politiche di de carbonizzazione”.