Taranto: dopo gli arresti chiude il siderurgico, a casa cinquemila operai
Fermati gli impianti. L’Ilva è stata occupata dai lavoratori. Il sottosegretario De Vincenti: “Il siderurgico deve restare aperto”
L’Ilva ha deciso la cessazione di ogni attività e la chiusura dello stabilimento di Taranto. Lo ha annunciato in serata la società in una nota diffusa “con riferimento al provvedimento di sequestro preventivo notificato dal gip di Taranto in data odierna”.
I lavoratori dell’area a freddo dell’llva, circa cinquemila, andranno così tutti a casa, a cominciare dal prossimo turno. I badge sono stati disattivati, tranne per lo staff e i dipendenti delle officine. E i sindacati hanno deciso di occupare l’azienda con un presidio permanente e dichiarare lo stato di sciopero: rimarranno, fanno sapere, fino a quando non avranno rassicurazioni sul loro futuro.
“Il provvedimento di sequestro emesso dal gip di Taranto – sostiene l’azienda del gruppo Riva – si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto a quello, autorizzativo, del ministero dell’Ambiente. La società proporrà impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell’attesa della definizione del giudizio, ottempererà all’ordine impartito dal gip di Taranto”. Questo, prosegue l’Ilva, “comporterà in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture di Taranto”.
“Capiamo l’allarme dei lavoratori. La loro preoccupazione è la nostra”, così il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, dai microfoni di Radiouno. De Vincenti ha spiegato che “il governo è impegnato a garantire il futuro produttivo e occupazionale dell’impianto di Taranto. Teniamo a entrambe le questioni: il diritto al lavoro e il diritto alla salute”. Infine, l’invito all’azienda a reagire “in modo costruttivo” alla protesta dei lavoratori e a “riprendere l’impegno siglato nei giorni scorsi’’.
Per la Confindustria di Taranto, le ultime vicende giudiziarie pongono davanti a interrogativi più inquietanti rispetto a quelli sorti quando la vertenza era appena cominciata. “L’azienda è di fatto azzerata – leggiamo in una nota degli industriali – sia in ordine ai suoi centri decisionali sia sul fronte della produzione, a seguito del sequestro dei prodotti finiti e semilavorati destinati alla vendita”.