Per tutti gli isotopi! Ecco che cosa accade attorno al progetto sui rifiuti radioattivi a Trino Vercellese
La proposta della Westinghouse, la cautela del sindaco Daniele Pane, il no della Legambiente e del Pd vercellesi. E il video dell’audizione alla Camera
"Una proposta cinica, che però non fa una grinza, perché arriva da una società che fa il proprio mestiere: vendere tecnologia". Così il gruppo di Trino di Legambiente del Vercellese e Valsesia giudica l'ipotesi annunciata dalla società statunitense Westinghouse durante una recente audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, e che riguarda la ex centrale nucleare Enrico Fermi.
La proposta è l'utilizzo dell'area radiologica della centrale trinese come deposito temporaneo di rifiuti ad alta attività, provenienti dai centri di riprocessamento in Francia e Regno Unito.
La Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame, in sede referente, della proposta di legge di modifica all’articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, numero 31, in materia di procedimento per l’individuazione dell’area destinata alla realizzazione del Parco tecnologico e del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, ha svolto diverse audizioni.
Il contratto per la centrale Enrico Fermi di Trino Vercellese fu firmato il 13 dicembre 1957 fra Società Elettronucleare Italiana Selni (partecipata fra gli altri da Fiat, Edison e Sade) con la Westinghouse; l’attività di produzione commerciale fu avviata a gennaio 1965 e conclusa a novembre 1987, in seguito degli esiti del referendum post-Cernobyl. Ad oggi, nessuna delle quattro centrali atomiche italiane è stata ancora smantellata del tutto.
Il progetto Westinghouse
L’audizione di Westinghouse alla Commissione Ambiente della Camera si è svolta il 24 ottobre: l’azienda ha proposto una documentazione, agli atti della Camera, in cui illustra il suo raggio d’azione, nel mondo e in Italia, i nuovi impianti nucleari, le competenze nel decommissioning nucleare e i progetti. Westinghouse offre la propria esperienza per la realizzazione di un progetto di decommissioning alla centrale di Trino. Per quanto riguarda il rimpatrio e lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi ad alta attività, sull’utilizzo della centrale di Trino Westinghouse fa il punto e afferma che può sostenere il decommissioning in maniera fattiva ed efficace. Nel caso di Trino, la Westinghouse propone di operare come general contractor con responsabilità complessiva nello smantellamento del sistema di contenimento e delle strutture (che fu lo scopo di fornitura di Westinghouse durante la costruzione dell’impianto); utilizzare le migliori tecnologie collaudate in ambito decommissioning & dismantling; organizzare il lavoro col fine di minimizzare costi e tempi; fare ampio utilizzo di aziende italiane per assicurare un coinvolgimento locale e rispondere alle aspettative degli stakeholder; implementare il progetto in maniera trasparente verso Sogin. Di fatto propone di mettere nell’edificio di contenimento della centrale, ancora da svuotare, 8 cask che dovrebbero contenere tutti i rifiuti radioattivi ad alta attività, sia quelli nazionali, sia quelli italiani oggi all’estero.
In audizione il sindaco Daniele Pane
Si è svolta anche l'audizione dei sindaci di Latina e Trino Vercellese e di rappresentanti dell’Associazione nazionale Comuni italiani. Il sindaco di Trino, Daniele Pane, precisa che si tratta di una possibilità espressa in un'audizione di Westinghouse alla Camera "non concordata o condivisa con il Comune di Trino: eventualmente sarà il governo ad occuparsene, se verrà presa in considerazione. Ci sono ritardi sul Deposito unico, scadono i contratti con Francia e Inghilterra, e loro fanno giustamente una proposta".
"Nessuna autocandidatura, nemmeno la nostra, senza che sia prima pubblicata la Cnai (Carta nazionale delle aree idonee) e si sia concluso l’iter di legge attualmente previsto", afferma Pane durante l’audizione.
“A valle del procedimento, se si concludesse in maniera infruttuosa, rimaniamo disponibili a sederci al tavolo per valutare nuovamente se sul nostro territorio è possibile individuare un’area idonea a una tecnologia sicura. L’area attorno a Trino, dove c’era la centrale Enrico Fermi, fiore all’occhiello del nostro territorio fino al suo spegnimento e la trasformazione in deposito temporaneo che comprende anche l’area di Saluggia, vede nel raggio di pochi chilometri in Piemonte il 73 per cento di rifiuti radioattivi e il 90 per cento dei materiali di scarto. Abbiamo dunque interesse che questo deposito venga realizzato quanto prima con il relativo parco tecnologico. Ho sempre manifestato perplessità sull’iter per i tempi troppo lunghi. Ci sono voluti sette anni per la pubblicazione della Cnapi diventata poi Cnai e che non è stata ancora pubblicata. Per questo è necessario concludere l’iter come previsto dalla legge e avviata l’interlocuzione con i territori individuati come idonei. Se non ci dovesse essere ‘accordo’ tra questi ultimi e lo Stato, ci rendiamo disponibili ad effettuare una ulteriore indagine sul nostro territorio per trovare una soluzione alternativa. Va pubblicata però la Cnai e bisogna permettere autocandidature e disponibilità da parte dei territori interessati".
Il no del Pd
Nei giorni scorsi il circolo trinese del Partito Democratico aveva emesso un comunicato sulla nuova proposta di deposito temporaneo di Westinghouse. Ecco una sintesi. "Come se non bastassero le ipotesi, che continuiamo a ritenere irricevibili, di modificare l’iter per la scelta del sito dove realizzare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività, su cui ci siamo già espressi recentemente, arriva ora in un’audizione alla Camera dei Deputati addirittura la proposta di trasformare l’ex centrale Enrico Fermi di Trino, che ricordiamo è posta tra l'argine del Po ed il fiume, quindi dentro l'alveo forzato del fiume, nel deposito dove portare tutti i rifiuti ad alta attività italiana, compresi quelli attualmente all’estero, in Francia e in Inghilterra. Tutto ciò non è accettabile. Non è possibile che la nostra città venga continuamente tirata in ballo per motivi di questo tipo, stante l’evidente inidoneità del territorio trinese a ospitare, in maniera temporanea o definitiva, i rifiuti radioattivi. Mentre tutti gli sforzi dovrebbero essere indirizzati verso lo smantellamento e la chiusura della stagione nucleare a Trino, rischia di accadere esattamente il contrario”.
Il commento della Lega e del centrodestra: "A Trino ora c’è un deposito temporaneo che custodisce una parte dei rifiuti trinese e siamo convinti che anche quello debba essere svuotato e quindi abbattuto nei tempi più rapidi possibili. Altri invece pensano di trasformare Trino nel sito dove portare tutte le scorie italiane. Davvero questa è la nostra prospettiva futura? Noi siamo nettamente contrari e siamo pronti a mettere in campo tutte le nostre energie per evitare scenari che compromettano il futuro della città".
La Legambiente di Vercelli e della Valsesia
Ecco una sintesi del comunicato della Legambiente del Vercellese e della Valsesia emesso con il Comitato di Vigilanza sul Nucleare. “Per Trino ci mancava solo più questa iniziativa! Ma, Westinghouse, nonostante tutto il male che possiamo pensare della sua idea, e ne pensiamo veramente tanto, fa il proprio mestiere, vende tecnologia; sono le continue esternazioni del sindaco di Trino che, sulla scorta dell’erroneo assunto “là dove c’è il problema, c’è la soluzione”, abbagliato dalle compensazioni economiche, si è lanciato più e più volte nel proporre Trino come territorio di atterraggio per il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi. Westinghouse prendendo atto di ciò e della proposta di legge leghista, in merito alle autocandidature dei territori inidonei esclusi dalla Cnapi prima e dalla Cnai poi, si è limitata a fare uno più uno: se Pane è disponibile a tenersi tutti i rifiuti radioattivi (attuali e futuri) a bassa e media attività d’Italia, vuoi che non sia disponibile a prendersi – già ora – anche quelli ad alta attività presenti sul suolo nazionale più quelli che torneranno dal riprocessamento in Francia ed in Gran Bretagna? La cinica proposta di Westinghouse non fa una grinza (si fa per dire!), quello che stona – lo ribadiamo – è l’atteggiamento del sindaco di Trino. In entrambi i casi, sia per il Deposito definitivo Nazionale che per il Deposito Temporaneo “Westinghouse” della Enrico Fermi, non ci stancheremo mai di dirlo, si tratta di aree inidonee e non autorizzabili, a meno che la brutta politica (nazionale e locale) non abbia già stabilito che Trino, il Basso Vercellese ed il Monferrato casalese, siano territori definitivamente sacrificabili sull’altare del nucleare pregresso e a favore delle ambizioni politiche e partitiche di Daniele Pane”.
Ecco l’audizione dei Comuni al Parlamento https://webtv.camera.it/evento/23694