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Direttiva Epbd, ecco le proposte di Rete Irene sul futuro della riqualificazione edilizia

where Roma when Ven, 28/06/2024 who roberto

Temi e idee dalla tavola rotonda "L’Italia e la Direttiva Epbd: un nuovo capitolo per la riqualificazione edilizia"

Tornare a mettere al centro irene.jpgdel dibattito sulle politiche per la riqualificazione edilizia i molti e diversi interessi che gravitano intorno al settore, quali risparmio energetico, sviluppo economico, tutela dell’ambiente e della salute pubblica, inclusione sociale e miglioramento della qualità della vita. È l’obiettivo della tavola rotonda "L’Italia e la Direttiva Epbd: un nuovo capitolo per la riqualificazione edilizia", organizzato da Rete Irene presso gli uffici di Comin & Partners a Roma. Nei prossimi anni, il Governo dovrà mettere a punto un riordino delle politiche di incentivo alla riqualificazione edilizia che tenga conto delle esperienze dell’ultima stagione garantendo allo stesso tempo accessibilità, efficienza, efficacia e stabilità finanziaria. Il dibattito che si è svolto durante la tavola rotonda ha messo al centro proprio questa complessità, che può essere colta solo coinvolgendo l’estesa rete di stakeholder della riqualificazione edilizia: gli operatori, ma anche le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le organizzazioni ordinistiche e le istituzioni. Ecco alcune opinioni.
 
Un nuovo capitolo
“Durante l'ultimo semestre si è parlato un po’ troppo di Superbonus e 110% e non abbastanza di quello che potrebbe essere un pensiero differente di cui discutiamo oggi. L'obiettivo di questo confronto è proprio quello di coinvolgere una filiera complessa e qualificata: il legislatore, il mondo delle imprese, l'industria, gli ordini professionali ma soprattutto chi vive negli edifici: le famiglie, i proprietari ma anche il consumatore e il mondo dell'associazionismo. Vogliamo ragionare insieme e provare a costruire un nuovo capitolo per la riqualificazione edilizia: è il momento per rompere il silenzio, è il tempo giusto dal punto di vista politico istituzionale per darci una programmazione. Il 2026 può sembrare lontano nel tempo, ma se iniziamo a lavorare oggi il 2026 è domani” ha dichiarato Manuel Castoldi, presidente della Rete Irene.
 
Un nuovo sistema
"Ora che il superbonus è stato disinnescato l'efficienza energetica degli edifici è di fronte a un deserto incentivante. Il nostro Paese però, come tutti gli altri in Europa, ha sottoscritto impegni di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti e, piaccia o no, il cronometro è già partito” ha dichiarato Virginio Trivella, coordinatore del comitato tecnico scientifico Rete Irene. “È quindi necessario voltare pagina e ragionare al più presto di un nuovo sistema più efficiente, ambizioso, equilibrato e sostenibile, ma efficace. Con la sua proposta, Rete Irene offre ai decisori politici un quadro metodologico che mette in fila i criteri importanti che non devono essere trascurati, e una proposta di schema di incentivazione. Non è vero che non esistono risorse da dedicare, nazionali o comunitarie, e siamo lieti di apprendere che il ministero dell'Ambiente ne sta individuando una parte. È importante però che non si considerino solo i costi, ma anche gli effetti positivi che saranno indotti dalle nuove misure di accompagnamento", ha concluso Trivella.
 
Una strategia a lungo termine
"Ci aspettiamo che nel nuovo piano nazionale integrato per l'energia e il clima ci siano strumenti che aiutino una popolazione sempre più in difficoltà, con oltre otto milioni di famiglie che vive in condizioni di povertà energetica. Gli strumenti da mettere in campo, urgenti quanto necessari, devono però essere figlie di una strategia a medio e lungo termine, che ci consenta di costruire una visione al 2040 e al 2050. Tra questi, l'accesso al credito di imposta è fondamentale, ma serve un fondo per le famiglie a medio e basso reddito ripagabile con una parte dei risparmi delle bollette elettriche" ha affermato Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia della Legambiente.
 
Il peso della sostenibilità non solo sulle imprese
“I costi della sostenibilità, come quelli per la sicurezza, devono essere riconosciuti alle imprese e non possono essere oggetto di trattativa, perché la sostenibilità è una questione di sicurezza nazionale ed è un imperativo morale a cui non possiamo sottrarci. Ma per trasformarla davvero in una prassi industriale non possiamo lasciare che il peso ricada solo sulle spalle delle imprese. Soprattutto in vista dell’attuazione della Direttiva Case green, occorre lavorare insieme, operatori e decisori pubblici, per mettere in campo un ventaglio di strumenti e soluzioni che coinvolga tutti: cittadini, Stato, banche, imprese”, ha osservato Silvia Ricci, vicepresidente transizione ecologica di Ance.
 
I dettagli sulla recente campagna di adesioni realizzata da Rete Irene insieme ad Assocond Co.Na.F.I sulla proposta di riordino degli incentivi fiscali per il rinnovamento energetico degli edifici sono disponibili qui: https://www.riordinoincentivi.it/.

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