Paradossi Ue – Bruxelles boccia lo sconto Iva sull’eco-edilizia inglese
Problemi anche per l’imposta agevolata agli e-book in Francia. La Commissione: “Provocano distorsioni al mercato”
Da paladina dell’economia verde e digitale a ostacolo per la diffusione di e-book e materiali ad efficienza energetica: il paradosso della Ue è tutto illustrato nelle procedure d’infrazione diffuse nei giorni scorsi, che contestano a diversi paesi (l’Italia è esclusa) la riduzione dell’Iva proprio in questi settori. È il caso degli e-book in Francia e Lussemburgo, dei materiali ecosostenibili in Gran Bretagna e persino della “palinka” ungherese, la grappa nazionale prodotta in casa, esclusa dalle accise che Bruxelles vuole reinserire.
Parigi dal primo gennaio 2012 applica un’Iva del 7% agli e-book al posto del previsto 19,6%, mentre il Lussemburgo l’ha ridotta addirittura al 3%. Molti governi e l’industria editoriale si sono lamentati con Bruxelles per quella che viene considerata concorrenza sleale, e che la Commissione ha riconosciuto creare “gravi distorsioni” al mercato. Bisognerà però aspettare sino al 2015 perché le nuove regole Ue sull’applicazione dell’Iva ai servizi digitali entrino in vigore.
E anche l’imposta ridotta applicata dalla Gran Bretagna a tutti i materiali a risparmio energetico sarebbe illegale in base alle norme Ue, in quanto queste la consentono solo se usata in ambito di politiche sociali specifiche per il settore abitativo. Pur sapendo che l’iniziativa di Londra rientra nel “Patto verde” per migliorare l’efficienza energetica degli edifici inglesi, secondo la Commissione ridurre l’Iva non è la modalità migliore per raggiungere l’obiettivo.