Spreco energetico, le scuole italiane pagano ogni anno una bolletta di 1,3 miliardi
Con un mix di interventi si possono ridurre consumi del 48,3% e risparmiare 169 milioni l'anno
L'Italia spende complessivamente 45,2 miliardi di euro ogni anno per consumi termici ed elettrici negli edifici residenziali, altri 1,3 miliardi nelle scuole e 644 milioni negli edifici pubblici. Lo evidenziano i dati contenuti nella ricerca “Riuso03” del Cresme.
La sfida è quindi quella di sviluppare una strategia dedicata a quei segmenti del patrimonio maggiormente “energivori” e capire che le risorse da destinare al risparmio energetico non devono essere considerate come spese, ma come investimenti. Si tratta, in particolare, degli edifici utilizzati per gli uffici pubblici che hanno più di 70 anni (49% del totale) e delle scuole con il vetro singolo fra quelle costruite più di 50 anni fa (35%). Gli edifici scolastici, nel 2013, ammontano a 52.000 unità che consumano ogni anno oltre 9,6 TWh tra consumi termici ed elettrici per una spesa annua dei Circoli Didattici di circa 1,3 miliardi di euro.
Il segmento più energivoro conta 10.400 edifici per un consumo di oltre 2,6 TWh pari a 351 milioni di euro annui. Applicando un mix di interventi differenziato per zona climatica, a tale patrimonio è possibile ridurne il consumo del 48,3% facendo scendere la “bolletta energetica” a 181 milioni di euro annui per un risparmio di 169 milioni l'anno. In termini complessivi significa che, intervenendo solo sul 20% degli immobili più energivori, è possibile abbattere i consumi dell'intero patrimonio del 13,1%.
Secondo il Cresme, un investimento di 3,6 miliardi di euro consentirebbe di abbattere i costi energetici degli edifici sottoposti a interventi di 181 milioni di euro annui (-48,3%). Il risparmio aumenta dalle zone climatiche più calde (-44,8%) a quelle più fredde (-49,8%). Gli interventi di riqualificazione energetica si ripagherebbero in poco più di 21 anni senza incentivi e in poco più di 7 anni con una incentivazione paragonabile a quella del 65%. Ogni Kwh risparmiato costerebbe 2,7 euro e la CO2 non emessa compenserebbe quasi 100mila nuove automobili che percorrono 25mila km annui.
In termini complessivi significa che intervenendo solo sul 20% degli immobili più energivori è possibile abbattere i consumi dell'intero patrimonio del 13,1%. Secondo il Cresme, un investimento di 3,6 miliardi di euro consentirebbe di abbattere i costi energetici degli edifici sottoposti a interventi di 181 milioni di euro annui (-48,3%). Il risparmio aumenta dalle zone climatiche più calde (-44,8%) a quelle più fredde (-49,8%). Gli interventi di riqualificazione energetica si ripagherebbero in poco più di 21 anni senza incentivi e in poco più di 7 anni con una incentivazione paragonabile a quella del 65%. Ogni Kwh risparmiato costerebbe 2,7 euro e la CO2 non emessa compenserebbe quasi 100 mila nuove automobili che percorrono 25mila km annui.