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Studio: dalla decarbonizzazione delle imprese benefici economici per 5,5 miliardi al 2030

where Milano when Ven, 02/02/2024 who roberto

Lo studio Ambrosetti-Edison Next “Il ruolo delle soluzioni energetiche integrate per la competitività delle imprese italiane” ha approfondito lo scenario di policy con due scenari di fattibilità

Dalla decarbonizzazione delleh2factory.png imprese si potrebbero ottenere benefici economici per 5,5 miliardi di euro con un taglio delle emissioni di CO2 pari a 28 milioni di tonnellate al 2030. A sostenerlo è uno studio dal titolo “Il ruolo delle soluzioni energetiche integrate per la competitività delle imprese italiane” condotto da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Edison Next e che dimostrerebbe come la partnership con operatori energetici integrati e un piano di investimento di lungo periodo basato su un ampio mix di tecnologie, garantiscano il raggiungimento degli obiettivi.

I risultati dello studio sono stati presentati nel corso di un evento, con circa 50 tra rappresentanti delle maggiori aziende del tessuto industriale italiano e del settore terziario tra cui Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, e da Alessandro Spada, presidente di Assolombarda a cui sono seguite due tavole rotonde con Marco Fortis, direttore e vicepresidente Fondazione Edison, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, Lorenzo Bottinelli, presidente di Federchimica-Plastics Europe Italia, Giovanni Pasini, consigliere delegato Feralpi Holding, Federico Curioni, consigliere delegato gruppo Concorde, e Matteo De Tomasi, ceo e direttore commerciale di Michelin Italiana. Ha concluso i lavori Giovanni Brianza, ceo Edison Next.
 
Il sondaggio
Per accelerare il percorso di decarbonizzazione, l’Unione Europea ha rivisto al rialzo i propri target di contenimento delle emissioni, prevedendo un contributo significativo da parte delle imprese. In particolare, per l’industria manifatturiera e il terziario è prevista, al 2030, una riduzione dei gas a effetto serra, rispettivamente, del 61% e del 44% rispetto ai livelli registrati nel 2005.
L’industria manifatturiera è un attore chiave della transizione, un quinto delle emissioni e dei consumi di energia finali italiani sono legati a questo settore che è decisivo nel processo di decarbonizzazione, al terzo posto dopo il settore dei trasporti e l’ambito residenziale.
Secondo la survey di The European House-Ambrosetti condotta con Edison Next rivolta alle aziende italiane, che ha raggiunto 425 imprese manifatturiere rappresentative del sistema produttivo italiano, il 64% ha una buona conoscenza degli obiettivi legati alla decarbonizzazione, ma soltanto il 26% ritiene di poter contribuire attivamente ai processi in atto.
Per 4 industrie su 10 l’adozione di soluzioni energetiche integrate rappresenta un’opportunità di crescita del loro business e una scelta strategica legata agli obiettivi del piano industriale. Tuttavia, manca una consapevolezza diffusa rispetto alle soluzioni energetiche per le industrie, a partire dallo sviluppo di progetti legati a idrogeno ed elettrificazione dei consumi energetici.
Concretamente, il 45% non ha realizzato interventi di decarbonizzazione nell’ultimo triennio. Le aziende del terziario, pur contribuendo solo al 6% delle emissioni di gas climalteranti in Italia e rappresentando il 15% dei consumi energetici finali, secondo i risultati della survey che ha raggiunto 402 imprese rappresentative di questo settore, sono mediamente più consapevoli degli obiettivi di transizione energetica rispetto alla manifattura (+12%) e ritengono di poter dare un maggiore contributo al raggiungimento dei target (+10%). Tuttavia, il 40% delle aziende del settore non ha adottato soluzioni per la decarbonizzazione. “The European House - Ambrosetti ha realizzato una delle più ampie e strutturate survey sulla decarbonizzazione delle imprese italiane. – afferma Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile scenari e intelligence di The European House-Ambrosetti - Le aziende della manifattura e dei servizi non sono in linea con il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030. Sulla base della survey abbiamo stimato che, se tutte le aziende affrontassero la decarbonizzazione con un approccio integrato basato su un più ampio mix di tecnologie e una maggiore integrazione di competenze si potrebbero raggiungere e addirittura superare i target di riduzione delle emissioni.”
 
Due scenari

Lo studio ha anche approfondito la distanza tra lo scenario di policy e due scenari di fattibilità: scenario di fattibilità business as usual, che proietta al 2030 la situazione attuale delle imprese italiane; scenario di fattibilità accelerato che considera solo le risposte di quelle imprese che presentano un piano di investimento significativo per la decarbonizzazione attraverso un mix ampio di soluzioni tecnologiche e che hanno coinvolto un operatore energetico integrato. Le soluzioni per la decarbonizzazione chiave dello scenario di fattibilità accelerato, sono rappresentate da autoproduzione, soluzioni digitali, efficienza energetica ed economia circolare, che insieme rappresentano il 79% del totale della riduzione prevista da qui al 2030. Allo stesso tempo, però, è bene sottolineare come le soluzioni meno mature, come per esempio i green fuel (idrogeno e biometano) e la carbon capture, utilisation and storage rientrino nei radar delle imprese e sono indispensabili per riuscire a traguardare la riduzione delle emissioni necessaria per raggiungere gli scenari di policy.
Per Giovanni Brianza, ceo Edison Next “la transizione energetica, infatti, è un percorso che unisce tecnologie già mature, con un ritorno dell’investimento nel breve periodo, come il fotovoltaico e l’efficienza energetica, a tecnologie più prospettiche come idrogeno, cattura della CO2 e nucleare, su cui bisogna investire per creare il futuro della transizione. Si tratta di un percorso complesso in cui il connubio tra aziende e settore energetico è diventato strategico e nell’ambito del quale è fondamentale fare sistema e lavorare insieme, soggetti privati e pubblici, per creare le condizioni per raggiungere l’obiettivo”.
 
Best practice: Michelin a Cuneo

Edison Next, società che accompagna nel percorso di decarbonizzazione, è impegnata al fianco delle aziende nella coprogettazione e realizzazione di percorsi di transizione energetica. Un esempio virtuoso è quello che sta sviluppando al fianco di Michelin Italiana per l’efficientamento energetico, la sostenibilità ambientale e la riduzione della carbon footprint dello stabilimento di Cuneo, il più grande sito produttivo di Michelin in Europa Occidentale, con una capacità produttiva di 13 milioni di pneumatici per vetture l’anno. Gli interventi prevedono l’installazione di un nuovo impianto di trigenerazione ad alta efficienza, di impianti fotovoltaici, di un sistema integrato costituito da caldaie per la fornitura di vapore che utilizza anche biomassa legnosa da filiera corta.
 
L’idrogeno di Iris Ceramiche
Edison Next, inoltre, sta sostenendo lo sviluppo dell’idrogeno, uno dei vettori energetici di riferimento per la transizione energetica e in particolare per la decarbonizzazione delle industrie hard to abate e dei territori. Uno dei progetti più significativi la vede al fianco di Iris Ceramica per lo sviluppo di H2 Factory (nella foto), il nuovo stabilimento produttivo di Castellarano che rappresenterà la prima industria a idrogeno verde di lastre in ceramica e verrà alimentato a idrogeno a partire dal 2025. Grazie a un impianto di produzione tramite elettrolisi di capacità pari a 1 MW, alimentato da energia rinnovabile e da acqua piovana recuperata da vasche di raccolta, si prevede una produzione pari a circa 132 tonnellate di idrogeno verde all’anno, che consentirà un risparmio di CO2 di circa 900 tonnellate all’anno.
 
Puglia decarbonizzata
Inoltre in Puglia Edison Next, insieme a Sosteneo, Saipem e Dri D’Italia, è impegnata nello sviluppo della Puglia Green Hydrogen Valley, una delle prime iniziative per la produzione di idrogeno verde su larga scala in Europa. Il progetto prevede la realizzazione di due impianti a Brindisi e Taranto alimentati da produzione fotovoltaica, per una capacità di elettrolisi complessiva di 160 MW. Si stima che, una volta a regime, gli impianti saranno in grado di produrre circa 250 milioni di metri cubi di idrogeno verde all’anno. Il progetto è stato identificato dalla Regione Puglia come un’opportunità strategica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di transizione energetica che si è prefissata, con particolare riferimento alla decarbonizzazione del polo siderurgico pugliese.

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