torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Inefficienza energetica. Il 56% degli edifici pubblici consuma troppo. Un quarto in classe G

where Milano when Ven, 20/12/2024 who roberto

Osservatorio Teha: ogni anno spendiamo 50 miliardi per dare calore ed elettricità agli immobili. La soluzione è accelerare nel partenariato pubblico-privato

Il settore edilizio in Italia teha.jpgè responsabile del 42% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di gas serra. Nel mirino, in particolare, finisce il 56% degli edifici pubblici che consumano troppo: uno su quattro è in classe G, la peggiore nella scala dell’efficienza energetica, mentre le classi superiori (A4, A3, e A2) rappresentano appena il 4% del totale.

È quanto emerge dall’analisi condotta dalla community Smart building di The European House - Ambrosetti (Teha), il primo think tank privato e indipendente in Italia che ha coinvolto operatori della filiera, istituzioni e amministrazioni pubbliche per indagare opportunità e sfide della transizione smart dei Comuni.
 
I punti salienti del report
Con una spesa media di 50 miliardi di euro all’anno per i consumi termici ed elettrici negli edifici, l’obsolescenza del patrimonio immobiliare italiano sottolinea l’urgenza di accelerare nel campo dell’efficientamento. Ma la decarbonizzazione della Pa, denunciano gli esperti di Teha, è frenata da scarsità di competenze (il 71,6% delle posizioni tecniche è vacante) e programmazione, oltre che dalla difficoltà a spendere le risorse disponibili. Il Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) prevede l’efficientamento del 3% degli immobili ogni anno dal 2025 al 2030, obiettivo nove volte superiore alla superficie riqualificata fra il 2014 e il 2022.
Per ridurre le emissioni del settore, la Pa si è data target ambiziosi: l’Agenzia del demanio ha stanziato 2,1 miliardi di euro per riqualificare 5 milioni di metri quadri di superficie entro il 2026. Secondo la community Smart building, il partenariato pubblico-privato può colmare il gap di risorse e competenze e accelerare il processo, ma in Italia è ancora poco utilizzato: solo 4,5 miliardi sono stati spesi così tra il 1990 e il 2021 (rispetto, per esempio, ai 93 miliardi del Regno Unito). E negli ultimi anni si è verificata una contrazione del tasso medio di riqualificazione degli edifici pubblici (nel 2022 è stato solo dello 0,7%).
 
Il commento
“Il contributo della Pa nel processo di decarbonizzazione del settore edilizio è evidente e si individuano due direzioni di intervento: il raggiungimento degli obiettivi imposti dalla Ue per gli edifici pubblici e la sensibilizzazione dei cittadini sui benefici della riqualificazione degli edifici”, commenta Benedetta Brioschi, partner e responsabile della community Smart building di Teha. Tuttavia, approfondisce Brioschi, “non mancano le criticità, a partire dalla modalità del massimo ribasso nel processo di appalto, dalla carenza di competenze tecniche e, a livello locale, dalle difficoltà nella diagnosi e nel monitoraggio degli interventi. Una leva fondamentale per accelerare l’efficientamento degli immobili pubblici è promuovere una gestione aggregata dell’energy management degli edifici attraverso il monitoraggio dei dati energetici e un’applicazione più estesa della diagnosi energetica”.
Giunta alla sua terza edizione e con il supporto dei partner Abb, Ance Lombardia, BTicino, Irsap, Kone, Mcz Group, Principe Ares e Veos, la community Smart building punta ad evolvere da “think tank” ad “act tank” a supporto dei policy maker, specialmente nella stesura del nuovo Pniec, obiettivo che si accompagna all’aggiornamento e all’ampliamento dell’osservatorio Smart building, per monitorare l’andamento del settore.

immagini
teha