Il 2024 dei primati. Consumi elettrici +2,2%. L’idroelettrico spinge al 41% il record rinnovabile
I dati di Terna segnalano il record storico di produzione fotovoltaica (36,1 TWh) e aumento a doppia cifra per la produzione da fonte idrica (+30,4%). Nel 2024 entrati in esercizio quasi mille MW di nuova capacità di accumulo di grande taglia. La punta oraria massima a metà luglio. Importazioni al 16%. Accumuli per 12,9 gigawattora
Nel 2024 i consumi elettrici italiani sono aumentati del 2,2% rispetto al 2023, attestandosi a 312,3 miliardi di kWh. Un anno storico per le fonti rinnovabili che hanno registrato il dato più alto di sempre di copertura della domanda, con il 41,2% della produzione nazionale (rispetto al 37,1% del 2023). Il valore è in aumento grazie al contributo positivo, in particolare, della produzione idroelettrica e fotovoltaica. È questa la fotografia di fine anno stando alle rilevazioni di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale che segnala una punta oraria massima di 57,5 GW registrata nel pomeriggio del 18 luglio. L‘incremento tendenziale della domanda elettrica è il risultato di variazioni positive in quasi tutto il corso dell’anno, in particolare nei mesi di luglio e agosto, caratterizzati da temperature superiori alla media decennale. A livello territoriale la variazione della domanda elettrica è risultata ovunque in aumento: +2,2% al Nord, +2,3% al Centro e +2,1% al Sud e nelle Isole.
Crescono carta e cemento
Nel 2024 l’indice Imcei elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa un migliaio di imprese “energivore” collegate direttamente all’alta tensione, è risultato pressoché stazionario (-0,3%). In particolare, positivi i settori del cemento, calce e gesso, cartaria, alimentari e siderurgia; in flessione metalli non ferrosi, chimica, mezzi di trasporto e ceramiche e vetrarie.
Mix energetico
Relativamente all’offerta, nel 2024 si è registrata una crescita rilevante della produzione rinnovabile (+13,4%) e una lieve flessione del saldo netto con l’estero (-0,5%), come conseguenza di un forte aumento dell’export (+47,9% rispetto al 2023) e di uno più modesto dell’import (+2,4%).
Nel mese di dicembre, per la prima volta, in alcune ore l’export elettrico italiano ha superato quota 4mila MW, confermando il ruolo chiave delle interconnessioni non solo per importare energia a prezzi convenienti ma anche, e in futuro, per fornire un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo di fronte a una variabilità marcata della generazione rinnovabile.
Import al 16%
Più nel dettaglio, la domanda di energia elettrica italiana nel 2024 è stata soddisfatta per l’83,7% con produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (264 miliardi di kWh) è in aumento del 2,7% rispetto al 2023 con la seguente articolazione per fonti: crescita a due cifre della produzione idroelettrica (+30,4%) e fotovoltaica (+19,3%), che nel 2024 ha raggiunto il record storico arrivando a superare i 36 TWh. In flessione la fonte eolica (-5,6%) e geotermica (-0,8%).
In calo rispetto al 2023 anche la fonte termica (-6,2%): in questo contesto si distingue la forte riduzione della produzione a carbone (-71%), ormai sostanzialmente azzerata a eccezione della Sardegna, cui corrisponde una riduzione delle emissioni di CO2 stimabile in oltre 8 milioni di tonnellate.
Rinnovabili e accumuli
Secondo le rilevazioni di Terna, considerando tutte le fonti rinnovabili, nel 2024 l’incremento di capacità in Italia è stato pari a 7.480 MW, valore superiore di 1.685 MW (+29%) rispetto al 2023. Al 31 dicembre in Italia si registrano 76,6 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 37,1 GW di solare e 13 GW di eolico. Rispetto a quanto previsto dal DM Aree Idonee (21 giugno 2024), il target fissato per il quadriennio 2021-2024 di nuove installazioni è stato superato di 1.609 MW.
Da gennaio a dicembre 2024, la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 2.113 MW. Nel 2024 si registrano in Italia circa 730mila installazioni che corrispondono a 12.942 MWh di energia e 5.565 MW di potenza nominale, di cui 1.065 MW di dimensioni industriali.
La crescita della capacità di accumulo è stata guidata per quanto riguarda i piccoli impianti dalle politiche incentivanti di carattere fiscale, per gli impianti utility scale, invece, l’aumento è il risultato dei meccanismi di contrattualizzazione a termine previsti dal capacity market.
Consumi dicembre
Passando all’analisi del mese di dicembre, la domanda elettrica ha registrato una variazione positiva (+2,8%) grazie alla presenza di due giorni lavorativi in più (20 invece di 18) e una temperatura media mensile inferiore di 1,6°C rispetto a dicembre del 2023.
Positiva anche la variazione con il dato destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura e del calendario (+1,3%). Sostanzialmente stabile la variazione in termini congiunturali (+0,1% rispetto a novembre).
A livello territoriale, la variazione a dicembre 2024 è risultata ovunque positiva: +1,9% al Nord, +3,5% al Centro e +4,4% al Sud e Isole. La domanda è stata soddisfatta per l’83% con produzione nazionale e per la quota restante (17%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 31,7% del fabbisogno mensile (34,3% a dicembre 2023).
La produzione nazionale netta (21,5 miliardi di kWh) è risultata in aumento del 4,5% rispetto a dicembre 2023 con la seguente articolazione per fonti: fotovoltaico (+35,3%), termico (+11,2%) eolico (+8,2%), idrico (-35,4%) e geotermico (-1,5%). Il dato del saldo import-export è in diminuzione del 3,6% per effetto di un aumento dell’export (+12,9%) e una diminuzione dell’import (-2,2%).
Consumi industriali e servizi
L’indice Imcei relativo ai consumi industriali ha fatto registrare nel mese di dicembre 2024 una variazione del -6,5% rispetto a dicembre 2023: in crescita cartaria, alimentari, cemento calce e gesso, ceramiche e vetrarie, meccanica; in flessione chimica, siderurgia, metalli non ferrosi e mezzi di trasporto. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario porta ad una variazione stazionaria pari rispetto al mese precedente (-0,1%).
L’indice Imser del mese di ottobre mostra, per la seconda volta nell’anno, una variazione leggermente negativa: -0,4% rispetto a ottobre 2023. I primi dieci mesi dell’anno risultano comunque in aumento con una variazione del +3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.