Analisi Pwc. Così in Italia le imprese pagano l’energia più del doppio della Francia
Ma anche un terzo in più della Germania e il 38% in più della Spagna. Cala il fatturato energetico del 15% e si assiste a un boom della quota da rinnovabili. I dati del focus Pwc
Le imprese italiane sono molto penalizzate rispetto alle concorrenti europee sull’energia: la pagano più del doppio della Francia, un terzo in più della Germania e il 38% in più della Spagna. Un divario che tende ad aumentare, con i differenziali fra l'Italia e le altre borse elettriche europee che si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 euro/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia. A condizionare il mix energetico: il nucleare della Francia che costa meno, così come l'eolico e il carbone della Germania ma anche le rinnovabili e il nucleare della Spagna costano meno, mentre per l'Italia a prevalere sono le centrali termiche a ciclo combinato, che al momento generano l'energia più costosa. Un dato emerso dal focus PwC Italia dedicato allo scenario energetico “Riconversione energetica: opportunità di crescita per le imprese”.
L’effetto sui fatturati
L'effetto è che dal 2021 il comparto energivoro ha visto un calo del 15% del fatturato, con un aumento dell'import da altri Paesi. Tra i settori che hanno registrato una variazione della produzione industriale peggiore nel 2022 vi sono le quattro attività più energy intensive: chimica (-4,1% nel 2022), metallurgia (-9,2%), minerali non metalliferi (-2,9%), carta (-1%).
Il boom delle rinnovabili
Dall'altro lato, però, negli ultimi 20 anni, è l'Italia che ha fatto registrare una delle crescite più importanti in termini di quota di energia elettrica da fonti rinnovabili dell'Ue, dopo Germania e Spagna: dal 15,9% del 2003 al 35,4% del 2022. “Dall'analisi dei dati, l'Italia sembra essere relativamente pronta ad intraprendere il percorso della transizione verso la neutralità teologica, ma soltanto se si riusciranno a tenere in considerazione le diverse esigenze territoriali e di settore, concedendo il tempo necessario alle imprese e i cittadini di pianificare gli investimenti necessari per tempo senza escludere il contributo pubblico”, dice Giovanni Andrea Toselli, presidente e ad PwC Italia.