Bocciatura per i mega elettrodotti nel parco nazionale del Pollino. Ola esulta
L’Organizzazione lucana ambientalista esprime soddisfazione per la bocciatura definitiva del ministero dell’Ambiente
Il ministero dell'Ambiente ha bocciato definitivamente la realizzazione degli elettrodotti nell'area del Parco nazionale del Pollino, la cui gestione aveva espresso parere favorevole al progetto Terna nel maggio scorso. Lo rende noto con soddisfazione Ola (Organizzazione lucana ambientalista).
La vicenda - Contro la realizzazione del programma di Terna - evidenzia l’organizzazione - si era espressa la Commissione ministeriale VIA/AIA a luglio, poiché incompatibile con l'area protetta. La società aveva eccepito la bocciatura della Commissione VIA/VAS del ministero dell'Ambiente, in quanto - secondo la stessa Terna - “basate su valutazioni in parte non corrette, frutto di considerazioni non obiettive e, relativamente al contesto elettrico, fuori dal quadro di competenza proprie della stessa Commissione”, chiedendo la revisione del parere che in data 6 novembre 2015 la Commissione tecnica VIA ha invece confermato, bocciando per la seconda volta il progetto Terna e confermando il precedente parere del 10 luglio (n.1833 ). Pertanto, in data 10 febbraio scorso, Terna ha ritirato l'istanza di Valutazione d'impatto ambientale comunicando la volontà di presentare un nuovo progetto, onde evitare l'archiviazione definitiva del progetto in itinere da parte del ministero dell'Ambiente.
Ola: dubbi sulla gestione del Parco - Per la Ola questa vicenda fa emergere vistose incongruenze e incapacità da parte degli organi di gestione del Parco nazionale del Pollino, di cui si chiede nuovamente il commissariamento da parte del ministero dell'Ambiente, anche in considerazione dell'analoga vicenda che interessa la lunga storia della centrale Enel del Mercure, strettamente connessa a quella degli elettrodotti nel parco, anche per il collegamento elettrico previsto da Terna con la centrale Enel.
Sul progetto degli elettrodotti nel parco avevamo fin da subito manifestato forti dubbi, con osservazioni/opposizioni presentate formalmente dall'Associazione calabrese Acanta che aveva evidenziato impatti significativi di nuovi tratti di elettrodotto con gli ecosistemi tutelati del Parco e della Rete Natura 2000 dell'Unione Europea, senza che la società garantisse la dismissione di reti di trasmissione esistenti dichiarati.