Capacity market, Antitrust Ue: gli Stati verifichino i meccanismi
La decisione di alcuni governi di introdurre meccanismi di capacità è dovuta al timore che la capacità produttiva sia scarsa. Promosso il rimedio italiano a lungo termine
È necessario che i Paesi dell’Unione europea verifichino i meccanismi di capacità elettrica e diano orientamenti sul modo in cui intendono assicurare la sicurezza delle forniture, minimizzando le distorsioni alla concorrenza. È questa la conclusione dell'Antitrust europeo, che ha pubblicato i risultati dell'inchiesta sul settore.
L’Italia tra i promossi - Nel rapporto viene segnalato che, se esiste un investimento insufficiente tale da porre rischi nel lungo termine, meccanismi di capacità di mercato “come quelli introdotti nel Regno Unito e in Francia e pianificati in Irlanda e Italia sono probabilmente la forma più appropriata di intervento”. Nello stesso tempo, però, “devono essere attuate riforme di mercato per limitare le necessità di finanziamento pubblici attraverso i meccanismi di capacità”.
Le paure per il futuro - L'Antitrust europeo dice ancora che, sebbene i mercati europei dell'energia elettrica si caratterizzino in genere per la sovraccapacità e le penurie di approvvigionamento siano estremamente rare, molti Stati membri temono di non avere in futuro una capacità di produzione elettrica sufficiente a soddisfare la domanda. Di qui la decisione di alcuni governi di introdurre meccanismi di capacità per retribuire i produttori di energia elettrica e altri fornitori di capacità in modo da assicurare la disponibilità di energia in caso di bisogno. Attualmente esistono 35 meccanismi di capacità - passati, esistenti o programmati - negli 11 Stati membri interessati dall'indagine settoriale condotta dalla UE: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia.
“Tali meccanismi devono rispondere a un problema emerso sul mercato ed essere aperti a tutte le tecnologie e agli operatori degli altri paesi della Ue - ha indicato la commissaria Margrethe Vestager -, non devono mascherare il sovvenzionamento di una tecnologia specifica, come i combustibili fossili, o risultare troppo onerosi per i consumatori di energia elettrica”. “Anche se ben concepiti, i meccanismi di capacità non possono sostituirsi alle essenziali riforme del mercato dell'energia elettrica”.
Dall'indagine è emerso che, in molti Stati membri, i fallimenti del mercato e le carenze della regolamentazione “inibiscono i segnali di prezzo necessari per mantenere la sicurezza dell'approvvigionamento a un livello adeguato”. A molti di questi problemi si potrebbe ovviare attuando le riforme del mercato proposte dalla Ue: eliminando i bassi massimali tariffari sull'energia elettrica, permettendo alla gestione della domanda di partecipare al mercato e facendo sì che le zone di offerta corrispondano alle congestioni di rete.