Chiude la corsa per le offerte vincolanti E.On. Erg punta sull’idroelettrico e all’orizzonte c’è anche China Power
Lo ha detto Alessandro Garrone, numero uno del gruppo Erg nel giorno della scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti E.On
“Il gruppo Erg è nella short list per l'acquisizione delle attività che il gruppo tedesco E.On ha messo in vendita in Italia. Il 24 novembre, come si sa, c'è la scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti, stiamo lavorando. Siamo interessati alle attività idroelettriche che il gruppo tedesco ha in Italia che vantano oltre 500 megawatt”. Lo ha riferito all'agenzia Radiocor Alessandro Garrone, numero uno del gruppo Erg, a margine di un convegno presso il palazzo ducale di Genova. Il gruppo Erg ha abbastanza liquidità, ha spiegato Garrone, per affrontare l'importante acquisizione che, secondo alcune fonti di settore, solo per l'idroelettrico vale circa 1 miliardo di euro.
China Power cerca alleati - C’è attesa anche all’estero, intanto, per l'esito dell'asta sugli asset elettrici da 2 miliardi di euro messi in vendita in Italia dal gruppo tedesco E.On, anche da parte di grandi colossi energetici cinesi, come per esempio China Power International Development, che sta valutando il parco termoelettrico in Italia e all’estero a caccia di buoni affari. Pare che i suoi manager abbiano bussato alla porta di Edison e della controllante Edf. Poi si sono presentati a Filippo Tortoriello, capo azienda del gruppo romano Gala, distributore di elettricità e gas quotato in Borsa. Hanno quindi fatto visita a Jasmin Staiblin, il ceo della svizzera Alpiq che in Italia ha forti presidi. E adesso hanno aperto un faro su Sorgenia che sta per completare il riassetto con l'ingresso delle banche creditrici nel capitale. Una realtà di peso che nel tempo è destinata a passare in altre mani.
Un gruppo da 31 miliardi di dollari - Agli interlocutori italiani Xu Lihong, la numero uno della finanza nella divisione internazionale CP, ha presentato il suo gruppo: 31 miliardi di dollari di fatturato e impianti con oltre 90mila megawatt di capacità. In pratica, China Power è un colosso grande quanto il gruppo Enel. In più produce 75 milioni di tonnellate di carbone che alimentano le sue centrali. Per recuperare materia prima ha investito in Australia e Africa. Adesso ha avviato anche la svolta verde con lo sviluppo delle rinnovabili. E ha una gran fame di tecnologia occidentale visto che il nuovo obiettivo fissato da Pechino è la conversione del 50% dei loro megawatt a carbone in potenza da fonti rinnovabili.