Cir e Verbund escono da Sorgenia - Si sblocca anche la vicenda Tirreno Power
Il gruppo energetico ha sottoscritto un accordo di moratoria con gli istituti finanziatori, che convertiranno i propri crediti. Previsto aumento capitale da 400 milioni. Per la centrale ex genco nuova ristrutturazione del debito e tecnologica
Cir e Verbund hanno siglato un accordo per la cessione alle banche di Sorgenia, che risolverà l’enorme indebitamento per il quale è stato anche sottoscritto un accordo di moratoria con gli stessi istituti finanziatori. Contestualmente si dovrebbe anche risolvere la partita della centrale a carbone Tirreno Power.
Il processo di ristrutturazione dell'indebitamento di Sorgenia seguirà la procedura “ex 182 bis” e prevedrà, fra le altre cose, un aumento di capitale da 400 milioni di euro al quale non parteciperanno gli attuali azionisti e che sarà interamente sottoscritto dalle banche attraverso la conversione di crediti nel capitale della società.
È inoltre prevista la conversione di crediti per un importo pari a 200 milioni di euro in un prestito convertendo da parte degli istituti. Una volta perfezionata l'operazione e dopo l'omologa ex 182 bis Cir, Sorgenia Holding e Verbund Ag non deterranno più azioni di Sorgenia. Per gli azionisti diretti Sorgenia Holding e Verbund, tuttavia, è previsto un earn-out in base al quale, in caso di distribuzioni o realizzi futuri, i due soggetti riceveranno il 10% dell'importo ottenuto che ecceda il capitale sottoscritto dalle banche finanziatrici capitalizzato al 10% annuo.
Tirreno Power - Si risolve così con il riassetto di Sorgenia anche la ristrutturazione del debito da 860 milioni di Tirreno Power, la ex genco Enel controllata al 50% da Gdf-Suez e partecipata al 39% dalla stessa Sorgenia. Nelle prossime settimane, secondo quanto risulta a Radiocor, le banche creditrici capitanate da Unicredit e Tirreno Power potrebbero arrivare alla firma di uno stand still dopo che la società non ha rispettato la scadenza del debito fissata per fine giugno. Parallelamente si aprirà la trattativa per la ristrutturazione del debito, con la presentazione alle banche di un piano industriale per il medio termine, che sarà imperniato sulla ristrutturazione (secondo la migliore tecnologia disponibile) delle due unità a carbone della centrale di Vado Ligure, unità attualmente sotto sequestro della magistratura.
La manovra finanziaria chiamerà in causa anche i soci forti - Gdf Suez e Sorgenia (che ormai sarà passata alle banche) - che, in base all'eventuale apporto di capitale, decideranno quale ruolo ritagliarsi nel futuro azionariato. L'obiettivo è chiudere il riassetto della ex genco entro fine anno.