Fiume Santo, Eph non realizzerà il nuovo gruppo termoelettrico a carbone
Il gruppo ceco ha inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico nella quale comunica di non voler procedere alla realizzazione
Il Gruppo energetico ceco EPH ha comunicato con una lettera inviata al Ministero dello Sviluppo Economico la decisione di non procedere alla realizzazione di un nuovo gruppo termoelettrico a carbone, della capacità di 410 MW, nella Centrale di Fiume Santo (Sassari). La centrale, con una potenza netta installata di circa 600 MW, rappresenta già una delle più importanti realtà produttive della Sardegna nord-occidentale. Il progetto era stato presentato nel 2005 da Endesa, autorizzato nel 2010, e mai avviato.
I fattori decisivi - La decisione fa seguito ad un’approfondita valutazione, che ha tenuto conto di vari fattori, tra i quali il drastico calo dei consumi di energia rispetto al passato che riguarda tutta l’Italia, l’abbandono dalla regione di numerose aziende che hanno delocalizzato i loro impianti, il fatto che la Sardegna non sia più isolata dal punto di vista energetico - anche grazie alle recenti infrastrutture realizzate da Terna -, ma soprattutto che l’investimento non sia giustificabile dal punto di vista del ritorno economico: la cifra, pari a 700 milioni di euro, presenta un ritorno economico negativo in tutti gli scenari analizzati.
EP Produzione - la società che detiene le centrali del gruppo EPH - è impegnata a mantenere la continuità operativa della Centrale di Fiume Santo nel suo assetto produttivo attuale, basato sui gruppi 3 e 4, nel rispetto dei parametri ambientali e di sicurezza, per la quale si fanno e si faranno gli investimenti necessari. Attualmente ha in corso un’attività di manutenzione straordinaria al gruppo 4, iniziata ad aprile e che si concluderà a luglio 2016, che include anche il miglioramento delle performance ambientali. Per questi lavori sono attualmente impiegati in media circa 450 lavoratori addizionali (con punte di 550), prevalentemente facenti capo a imprese sarde. L’Azienda rimane disponibile a valutare e, se possibile, a contribuire alle iniziative che dovessero nascere sul territorio, in particolare quelle più sinergiche, con la propria attività e le proprie capacità industriali.