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Il Nucleare che allunga la vita. Girotto (M5s): per le centrali francesi serve una valutazione di impatto transfrontaliera

where Roma when Mar, 04/05/2021 who roberto

Il presidente della Commissione Industria denuncia l'aumento di rischio nucleare in Europa, legato al prolungamento del ciclo di vita delle vecchie centrali

"Prolungare la vita utile dei reattorifrancia-nucleare.jpg in Europa aggiunge molti rischi nuovi a quelli già esistenti, e mette seriamente in crisi la sicurezza nucleare. Una valutazione di impatto ambientale (VIA) in un contesto transfrontaliero appare sempre più necessaria e imprescindibile”. Così in una nota Gianni Pietro Girotto, presidente della Commissione Industria Commercio e Turismo al Senato, commentando l'interrogazione da lui presentata (Atto n. 4-05362).
 
Superato il termine massimo
L'aumento di rischio nucleare in Europa, legato al prolungamento del ciclo di vita e la gestione delle vecchie centrali, è quanto denuncia anche lo studio dell'International Nuclear Risk Assessment Group, pubblicato lo scorso 26 aprile 2021. Nell'interrogazione inviata ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della Transizione ecologica si ribadisce la necessità di una VIA transfrontaliera, alla luce dell'intenzione del Governo francese di prolungare di altri 10 anni il funzionamento continuato dei reattori nucleari della compagnia Electricité de France (EDF), superando il termine massimo di attività per il quale tali reattori sono stati progettati.
 
Consultazione mancata
Eppure, ai sensi delle Linee guida sull'applicabilità della Convenzione all'estensione del ciclo di vita delle centrali nucleari, adottate appena lo scorso 11 dicembre dalla Convenzione di Espoo sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, il funzionamento delle centrali deve essere accompagnato da un procedimento di VIA che includa una consultazione pubblica transfrontaliera. Procedimento che però non risulta esser stato intrapreso dal Governo francese. Si tenga presente che in Francia, entro 200 chilometri di distanza dal confine con l'Italia, risultano attive 16 centrali EDF, progettate oltre 40 anni fa ed entrate in funzione tra il 1979 e il 1987, i cui standard di sicurezza non sono assolutamente adeguati. Anche per questo, offrire il punto di vista dell'Italia e partecipare a una VIA transfrontaliera risulta tanto più indispensabile. La questione tocca anche aspetti geopolitici perché l'estensione del ciclo di vita delle centrali francesi sposterebbe il bilanciamento energetico di tutta l'Europa. Non possiamo ignorare le conseguenze di una simile situazione. L'ultima cosa di cui oggi il mondo ha bisogno sono altri rischi nucleari.

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