Il premier giapponese Noda delude gli antinuclearisti: addio all’atomo ma solo nel lungo termine
Il presidente nipponico, secondo la coalizione metropolitana contro il nucleare che tiene un sit-in di protesta ogni venerdì davanti alla sede del governo, si sarebbe rimangiato le promesse di quella svolta sostenibile promessa nei giorni dell’emergenza
Il Giappone punta ad “azzerare la dipendenza dal nucleare, ma solo nel medio-lungo termine'': è quanto ha espresso il premier Yoshihiko Noda, deludendo così i delegati della 'Coalizione metropolitana contro il nucleare', il comitato nato dopo l’incidente del marzo scorso. Annunciato come incontro risolutore tra esecutivo e manifestanti da mesi in strada, l’incontro si è rivelato per questi ultimi alquanto deludente. Noda si sarebbe, a loro dire, rimangiato le promesse di quella svolta sostenibile promessa.
In tutto il paese cresce comunque la spinta anti-atomo: in un sondaggio (circa 90mila persone coinvolte) commissionato dal governo quasi la metà (il 46,7%) del campione vuole chiudere l'esperienza nucleare entro il 2030, pur sapendo del caro-bolletta e della stretta dei consumi.
“Il riavvio dei reattori di Oi - approvato nei mesi scorsi - è stato deciso come misura per il benessere dei cittadini e non per ragioni economiche (l' import di gas ha fatto balzare il deficit commerciale), avendo come riferimento le misure di sicurezza'', ha detto Noda,
rimarcando il concetto di ''distacco graduale''.
L'incontro rimane in tutti i casi un grande risultato per il comitato che ha iniziato i sit-in di protesta da fine marzo, ogni venerdì, davanti alla sede del primo ministro fino al boom delle ultime manifestazioni con oltre 100.000 persone e al picco di 200.000 in quella del 29 luglio. Lo scopo, come ha spiegato un manifestante all'Ansa, era di essere ricevuti dal premier per sottoporre un piano urgente in 4 punti: sospensione di Oi (unità 3-4), blocco del riavvio dei reattori in ispezione, nuova politica energetica senza nucleare e cancellazione della Nuclear Regulatory Commission.
Gli attivisti sono comunque determinati a manifestare fino quando non sarà deciso lo spegnimento dell’intero parco nucleare. Secondo i dati della Federazione elettrica nipponica, le 10 utility regionali hanno registrato a luglio un calo annuo produttivo del 6,3%. Anche nel ricco Kansai, 'la riunione strategica per l'energia di Osaka', movimento di cittadini che si batte contro Oi, ha stimato che nei picchi della domanda, l'elettricità in eccesso delle utility del Giappone occidentale era di 9 milioni di kilowatt, più di 4 volte la potenza generata dai due reattori.
Intanto anche il gruppo guidato dal Nobel per la letteratura Kenzaburo Oe e dal musicista-compositore Ryuichi Sakamoto ha lanciato l'iniziativa nazionale per una legge sulla chiusura di tutte le centrali nucleari tra il 2020 e il 2025.