Relazione ARERA - Quasi tutti i clienti domestici italiani hanno prezzi elettrici più bassi della media UE
Il 97,5% dei clienti italiani si colloca nelle prime tre classi di consumo (entro i 5.000 kWh/a), e consuma il 90,5% del volume dell’energia venduta in Italia
97 italiani su 100 beneficiano di bollette elettriche nel settore domestico più basse della media europea. A dirlo sono i dati presentati dalla relazione annuale Arera, presentata alla Camera dal presidente Stefano Besseghini.
All’origine di questo risultato - che verrà superato il prossimo anno con l’introduzione del libero mercato, già oggetto di ricorrenti preoccupazioni - ci sarebbe l’entrata in vigore della riforma delle tariffe elettriche introdotta dall’Autorità (1° gennaio 2016), che ha avuto inizio con il progressivo riallineamento dei corrispettivi di rete applicati alle diverse classi di consumo, il quale ha contribuito ad avvicinare i prezzi netti italiani a quelli medi europei, grazie al graduale superamento della previgente struttura progressiva delle tariffe, sottolinea l'Autorità. A ciò si sono accompagnate nel 2018 le riduzioni, anch’esse più vantaggiose per il cliente italiano, della componente oneri e imposte. Tale componente mantiene una struttura non degressiva, a differenza di quanto accade in altri paesi europei.
Clienti domestici - Poiché il 97,5% dei clienti italiani si colloca nelle prime tre classi di consumo (entro i 5.000 kWh/a), e consuma il 90,5% del volume dell’energia venduta in Italia nel settore domestico, anche per il 2018 si conferma che la quasi totalità dei consumatori domestici italiani beneficia di prezzi più bassi rispetto alla media dell’Area Euro. Tra i principali paesi europei, la Germania resta il paese con i prezzi più alti per i clienti domestici di energia elettrica: rispetto a quelli tedeschi, i clienti finali italiani pagano prezzi inferiori del 30% per le prime tre classi e del 20% per le ultime due. Per queste ultime, prima del 2017 erano invece i clienti italiani a pagare prezzi superiori (+25% nel 2015).
Clienti industriali - Anche per il settore industriale il 2018 segna il consolidamento delle positive tendenze registrate già nel 2017. Continua infatti la riduzione del divario tra i prezzi che i clienti industriali pagano nel nostro Paese e i valori medi pagati nell’Area euro.
Tuttavia, i clienti industriali continuano a pagare, anche per il 2018, prezzi più alti di quelli della media dell’Euro, per tutte le classi, a eccezione di quella a più alti consumi (70-150k kWh/a, che nel 2018 registra un -12%. I prezzi italiani si confermano più bassi non solo, come di consueto, di tutti quelli dei consumatori industriali tedeschi (per percentuali via via crescenti al crescere della classe da -8% a -36% a eccezione della penultima), ma anche di quelli inglesi, almeno per le ultime tre classi di consumo e di quelli spagnoli, in questo caso per la prima e ultima classe. Solo rispetto alla Francia i prezzi italiani risultano sempre più elevati.
All’origine del miglioramento relativo dei prezzi finali italiani è la sensibile riduzione, nel 2018, della componente oneri e imposte che hanno più che compensato gli aumenti dei prezzi netti italiani. Nel 2018 i prezzi lordi italiani per i clienti industriali risultano pertanto ancora in calo.
Mercato libero energia - Il 43,4% dei clienti domestici si trova già oggi nel mercato libero per il settore elettrico e il 50,1% nel settore gas, secondo i dati della relazione annuale Arera. Il settore, dichiara il presidente dell'autorità, Stefano Bezzeghini, "deve cercare il definitivo affrancamento dall'immagine di un comparto particolarmente inaffidabile, in mano ad una varietà di soggetti dediti a pratiche commerciali aggressive, quando non scorrette".