Sogin, un’inchiesta interna porta alla sospensione di tre dipendenti
La società del decomissioning nucleare, che secondo indiscrezioni dovrebbe essere commissariata, va verso la conclusione dell'indagine interna
Sogin ha reso noto di aver svolto di sua iniziativa un'indagine interna, avviata alla fine del 2020 per ragioni di natura economica e di bilancio, finalizzata a verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione di contratti riguardanti il periodo 2010-2020.
Otto lettere di contestazione
L'Ad Emanuele Fontani ha regolarmente aggiornato il Cda sull'avanzamento dell'indagine, ha adottato misure di self cleaning, rafforzando nel contempo le misure interne a presidio della legalità. Al riguardo, sono state consegnate otto lettere di contestazione ad altrettanti dipendenti, sette dei quali dirigenti, ai quali è stato chiesto di produrre gli elementi informativi necessari per chiarire la loro posizione. Nell'attesa di ricevere tale materiale, in via cautelativa, è stata disposta contestualmente la sospensione dal servizio per tre di loro.
Per garantire la funzionalità degli Uffici collegati al personale interessato dalle indagini interne la società ha provveduto a trasferire provvisoriamente le responsabilità che, comunque, non sono direttamente collegate alle attività di decommissioning.
Nell'ottica della totale trasparenza, il vertice Sogin garantisce la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno e confida che i dipendenti possano chiarire rapidamente la loro posizione. Qualora fossero accertati comportamenti e responsabilità individuali in danno alla società, saranno avviate le necessarie ulteriori azioni a tutela della reputazione e dell'onorabilità della società, che ogni giorno lavora per garantire la sicurezza per i cittadini e l'ambiente.
Commissariamento
Si va intanto verso il commissariamento della Sogin, la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. Nata nel 1999 per mettere in sicurezza i rifiuti nucleari nazionali e lo smantellamento delle quattro centrali di Caorso, Trino Vercellese, Garigliano e Latina, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i costi previsti per l’operazione dovevano ammontare a 3,7 miliardi di euro, ma ad oggi meno di un terzo dei lavori è stato effettuato e la spesa è stata progressivamente aumentata fino a 7,9 miliardi.