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Studio, ecco quale sarebbe l’impatto del nucleare per l’economia italiana

where Milano when Mar, 30/01/2024 who roberto

Si andrebbero a creare oltre mezzo milione di posti di lavoro sul territorio italiano entro il 2050, generando 52 mila posti di lavoro nel breve termine esclusivamente legati alla fase di costruzione

L’energia nucleare è veramente nucleare.jpgsul punto di una rinascita? In molti lo stanno affermando visto l’incessante contributo di studi e riflessioni sull’argomento come,ad esempio, il recente studio di E&Y che parla di un ruolo dell’atomo (di vecchia o nuova generazione) nel percorso verso la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico.
Nell'ambizioso obiettivo mondiale di raggiungere un bilancio net-zero entro metà secolo, l'energia nucleare, attualmente presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW, gioca un ruolo significativo nell'evitare 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali e ridurre la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) annualmente. Ma anche di forti ricadute economiche e di creazione di posti di lavoro in Italia e in Europa.
 
Questione benefici
Sulla base delle stime di EY, si nota che l'impatto benefico del progetto di cooperazione europea “Iter”, attualmente in fase di sviluppo, potrebbe raggiungere 15,9 miliardi di euro all'interno dell'economia europea, considerando i vantaggi legati alla ricerca, allo sviluppo e alle competenze richieste sul mercato del lavoro, nonché i benefici ambientali. A questi si aggiungerebbero più di 70 mila nuovi posti di lavoro da creare entro il 2030 all'interno dell'Unione Europea, con l'Italia come principale beneficiaria.
Nel contesto italiano specifico, si prevede una generazione di valore aggiunto di 45 miliardi di euro, accompagnata da un risparmio di 400 miliardi rispetto a uno scenario basato solamente su fonti rinnovabili e centrali convenzionali. In termini occupazionali, si prevede la creazione di oltre mezzo milione di posti di lavoro a livello nazionale entro il 2050, così come la creazione di 52 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno nel breve termine, esclusivamente legati alla fase di costruzione.
 
Questione costi
La tecnologia nucleare non è però immune a ostacoli che possono rappresentare una sfida per la sua adozione. Per quanto riguarda i costi, ad esempio, se confrontati con quelli delle altre fonti di energia a basse emissioni, è importante che questi conservino la componente competitiva; in termini di regolamentazioni specifiche, affidamento a nuove tecnologie, preoccupazioni legate alla sicurezza, alla gestione dei rifiuti e altre tematiche di natura culturale sono tra gli ostacoli principali da affrontare e superare per sostenere una possibile rinascita nucleare.
Utilizzando il costo livellato dell'energia elettrica (LCOE) come misura, che rappresenta il costo medio della generazione di elettricità per una centrale per l'intera durata della sua vita operativa, attualmente l'energia solare fotovoltaica rappresenta la fonte di elettricità più competitiva nella maggior parte dei mercati, ma l'energia nucleare è comunque in grado di competervi. Nel 2022, infatti, l'elettricità prodotta da quest’ultima fonte rappresentava il 9,2% (2.611 TWh) del totale globale. In Italia la crescente necessità di un sistema energetico sostenibile sta rimettendo l'energia nucleare al centro del dibattito pubblico, in parte sotto l’accelerazione dell’elevato tasso di inquinamento atmosferico nel Paese e dall’assenza di ingenti risorse di combustibili fossili.
 
Favorevoli e contrari
Per quanto riguarda il sentiment circa il nucleare nel nostro Paese, il 54% degli individui vede con favore il ritorno dell’energia nucleare nel Paese, a patto che serva a ridurre significativamente l’ammontare dei costi in bolletta; il 20% è favorevole al nucleare in qualunque caso; infine, il 26% degli intervistati è contrario. Rispecchiando le tendenze nazionali, il comune piemontese di Trino, ha recentemente deciso di proporsi come sito per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Questa decisione giunge a seguito delle obiezioni sollevate da molti dei comuni originariamente identificati come possibili candidati. Questo passo proattivo rappresenta un segnale positivo anche in termini di accettazione sul tema. A livello europeo, le opinioni sull'uso dell'energia nucleare rimangono comunque in parte contrastanti. Nonostante gli incoraggiamenti europei ad aumentare l'uso di tale fonte di energia, alcuni Stati membri, come la Spagna, hanno annunciato a dicembre di voler disattivare le centrali nucleari. Tuttavia, questa decisione non esclude la possibilità che l'energia nucleare possa riemergere come risorsa significativa nel mix energetico globale. Paola Testa, EY Europe West energy & resources consulting leader, commenta: “La strada per la decarbonizzazione richiederà un approccio completo e diversificato alla produzione di energia. In questo contesto, l'energia nucleare sta emergendo come uno strumento essenziale nel combattere il cambiamento climatico. Per questo, anche in Italia, risulta determinante la collaborazione tra istituzioni, mondo accademico e industriale per consolidare il percorso verso la transizione energetica di cui questa energia ne rappresenta il futuro. Il Paese dispone già di forti competenze in materia, soprattutto sulla filiera, ma sarà fondamentale consolidare gli investimenti e superare le sfide legate all’adozione di tale tecnologia per trasformarle in opportunità di crescita e sviluppo.”

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