Tirreno Power, nuovo ricorso al Tar di due comuni. L’azienda minaccia di abbandonare
I sindaci di Vado e Quiliano (Savona) hanno presentato il ricorso contro il decreto di concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale ai due gruppi di produzione attuali. L’azienda: “C’è il rischio di creare le precondizioni perché il progetto e le risorse necessarie siano destinate altrove”
Tempo di decisioni per la centrale turbogas e carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona): o si va avanti come da programmi o si ferma tutto. L’azienda, controllata pariteticamente da Gdf Suez e da Energia Italiana (Sorgenia più Hera e Iren) ha tutta l’aria di volersi defilare, dopo i continui stop and go provocati dalle amministrazioni locali. Il nuovo allarme - leggiamo sul Secolo XIX - è giunto dopo l’annuncio, da parte dei sindaci di Vado e Quiliano, della prossima presentazione di un ricorso al Tar contro il decreto di concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale ai due gruppi di produzione attuali. L’azienda teme infatti forti ripercussioni sull’intero progetto di ristrutturazione della centrale termoelettrica e sottolinea: “Un nuovo ricorso rischia di creare le precondizioni perché il progetto e le risorse necessarie siano destinate altrove”.
Un avvertimento chiaro, perché l’abbandono da parte dell’azienda metterebbe a rischio anche la costruzione del nuovo gruppo da 460 MW e il pacchetto di interventi di miglioramento degli impianti già in funzione. Una minaccia che non viene però accettata dai sindaci, il quilianese Alberto Ferrando ed il vadese Attilio Caviglia.
“Il nostro ricorso non è contro Tirreno Power - spiega Ferrando -, ma punta a risolvere alcune questioni che non definite a dovere nell’attuale decreto Aia. Le nostre richieste erano funzionali a chiarire il quadro emissivo nel periodo transitorio, mentre il risultato emerso dalla conferenza dei servizi è ancora carente. Quello che contestiamo è la mancanza di certezze e il riferimento al terzo gruppo, che secondo i patti precedenti non dovrà essere costruito. Noi abbiamo un mandato da parte dei cittadini, cerchiamo di rimanere fedeli a quello che ci hanno chiesto loro”.
Per Tirreno Power, invece, il ricorso getta un’ombra sinistra sull’intero progetto. L’Aia, secondo i vertici dell’azienda, è una garanzia di un sostanziale miglioramento del quadro ambientale.
Il progetto avviato nel 2007, giunto a conclusione nel 2012, è ancora in attesa di una prima udienza. Un ulteriore ricorso amministrativo, questa volta contro l’Aia, ovvero contro un provvedimento molto severo che impone rilevantissimi miglioramenti ambientali degli impianti esistenti con oneri per la società di ben 700 milioni di euro, rischia di creare le precondizioni perché il progetto e le risorse necessarie siano destinate altrove.