Elettricità

La società tedesca torna in positivo dopo le mega-perdita del 2016

Rwe, primo produttore di energia elettrica tedesco, è tornato in utile nel primo trimestre dopo la perdita record, 5,7 miliardi accusata nel 2016 a causa di pesanti svalutazioni al valore delle centrali: come annunciato dalla società, l'utile netto è cresciuto nel trimestre del 10% a 946 milioni e, anche al netto delle plusvalenze finanziarie, il bilancio resta in utile per 689 milioni (-18% rispetto a un anno prima).
La produzione di elettricità con fonti convenzionali ha risentito fortemente della discesa dei prezzi nel mercato all'ingrosso, ma l'ebitda consolidato, pur in calo del 6,5% a 2,13 miliardi, si è attestato lievemente al di sopra delle attese di mercato.

L'ebitda nella produzione di energia con centrali nucleari e a lignite si è praticamente dimezzata a 213 milioni, mentre la produzione da centrali a gas, biomassa e carbon fossile ha aumentato il risultato operativo del 13% a 167 milioni, anche grazie alla riduzione dei costi. Anche la crescente flessibilità delle centrali ha sostenuto il bilancio. Fortemente positivo il contributo della divisione Innogy (energie rinnovabili, vendita e reti) scorporata e collocata in Borsa ma ancora controllata al 76,8% da Rwe che ha migliorato l'utile operativo del 4% a 1,6 miliardi.
 
"Abbiamo iniziato bene l'anno", ha commentato il direttore finanziario, Markus Krebbe, secondo il quale il piano di risparmi sta compensando, almeno in parte, il calo dei prezzi dell'elettricità. Rwe ha confermato le stime per quest'anno, con un ebitda di 5,4-5,7 miliardi (5,4 miliardi nel 2016) e un utile netto prima delle voci straordinarie di 1-1,3 miliardi (777 milioni).