Per tutti gli isotopi! Perché Pichetto è a favore del nucleare ma non alla costruzione di nuove centrali
Per il ministro dell’Ambiente saranno i distretti industriali o le singole aziende energivore a dotarsi di piccoli reattori modulari di quarta generazione
“Sì al nucleare, ma mai più centrali atomiche in Italia”. Lo ha detto alla “Repubblica” in un’intervista il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nei giorni finali della Cop28 per chiarire la politica climatica del governo.
Il ruolo degli energivori
Non è dunque cambiata la politica del governo sul nucleare: “Assolutamente no – ha detto il ministro. - Ma voglio precisare che noi non costruiremo mai nuove centrali nucleari in Italia. Lo Stato non realizzerà reattori, saranno eventualmente i distretti industriali o le singole aziende energivore a dotarsi di piccoli reattori modulari di quarta generazione. Lo Stato si limiterà a essere un soggetto regolatore. La Piattaforma che abbiamo lanciato continua a lavorare e non si occupa solo di fissione ma anche di fusione”.
L’Italia dipende ancora troppo dai fossili
I rappresentanti Ue, a cominciare dalla vicepremier spagnola Teresa Ribera, hanno spinto decisamente per l’uscita dai fossili. Immediata la replica di Pichetto “il phase out dei fossili deve valutare anche le condizioni dei singoli Paesi. E il nostro è ancora fortemente dipendente dai fossili, con una serie di imprese che non possono arrivare alla decarbonizzazione pura. Occorre individuare percorsi di transizione per le imprese altamente energivore, magari adottando nuove tecnologie come la cattura della CO2 emessa, o, appunto, i piccoli reattori modulari”.