Dal 2018 il petrolio non sarà più la prima fonte italiana d’energia
Stima dell’Unione petrolifera. La domanda di energia in ripresa nel 2015, nel 2030 i consumi saranno risaliti al livello del '95
Il ruolo del petrolio, ancora oggi la prima fonte d’energia dell’Italia con un peso attorno al 35%, sarà scalzato dal metano dal 2018, mentre la domanda di energia complessiva dell’Italia è stimata in leggero recupero nel 2015, fino a 158,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, per poi salire a 164 milioni nel 2020 e 168,9 milioni nel 2025. Nel 2030 si arriverà a 170 milioni di tonnellate, che sono un volume quasi equivalente ai consumi del 1995. Sono le indicazioni contenute nella nuova edizione di Previsioni di domanda energetica e petrolifera italiana 2015-2030 dell'Unione Petrolifera.
L'incidenza delle singole fonti primarie sul totale consumo energetico è prevista modificarsi sensibilmente, tenendo conto dell'espansione delle fonti rinnovabili, con il petrolio che però rappresenterà la prima fonte di energia almeno fino al 2018, con un peso intorno al 35 %.
I consumatori sono sempre più orientati verso un uso più razionale dell'energia, rileva l’Up, e verso combustibili e carburanti diversi. La domanda per i soli carburanti, inclusi i prodotti per uso agricolo, marina e aviazione, continuerà a subire un ridimensionamento nel medio termine, con un moderato recupero solo dopo il 2020; i bunkeraggi, attualmente costituiti in prevalenza da olio combustibile, a partire dal 2020 potrebbero trasformarsi in analoghi quantitativi di distillati (se ne ipotizza una parziale sostituzione dalle 500mila tonnellate attuali fino a 1,3 milioni a fine periodo).
Il gas naturale al 2030 dovrebbe stabilizzarsi, arrivando a coprire il 35,8% del nostro fabbisogno, mentre i combustibili solidi (carbone) continueranno a soddisfare l'8,5% del totale; previsto un moderato sviluppo delle fonti rinnovabili, che dal 18% attuale nel 2030 arriveranno al 19,9%. Contestualmente, le emissioni di CO2 si manterranno su livelli contenuti e nel 2020 si attesteranno su valori più bassi del 17% rispetto al 1990 e del 26% rispetto al 2005. Per quanto riguarda i biocarburanti tradizionali, il peso sul totale dei consumi di energia al 2020 si attesterebbe all'1,2% rispetto allo 0,7% attuale.