Addio al petrolio russo, per davvero. La norvegese Equinor cede le attività a Rosfnet
La compagnia petrolifera ha smesso di commerciare in prodotti petroliferi e di gas russi e ha annunciato la cancellazione di 1,08 miliardi di dollari dal bilancio
Equinor, la più importante compagnia petrolifera norvegese, ha annunciato il ritiro da tutte le joint venture attive con la Russia. Lo afferma in una nota la società. Il 27 febbraio scorso, Equinor aveva deciso di avviare il processo di uscita dalle joint venture attive in Russia. Da allora, la compagnia petrolifera norvegese ha interrotto "ogni nuovo investimento nel Paese, ha smesso di commerciare in prodotti petroliferi e di gas russi e ha annunciato la cancellazione di 1,08 miliardi di dollari dal bilancio al 31 marzo 2022", si legge nel comunicato.
Addio al progetto Kharyaga
Equinor ha trasferito la sua partecipazione in quattro joint venture russe a Rosneft, la principale compagnia petrolifera di Mosca, cancellando tutti gli obblighi futuri. Non solo. È stato anche firmato un accordo per ritirarsi dal progetto Kharyaga, giacimento petrolifero nel bacino situato nel distretto autonomo di Nenets, 60 chilometri a nord del circolo polare artico. "Il ritiro da tutte le joint venture è stato completato in conformità con le sanzioni norvegesi e dell'UE contro la Russia", ha affermato la società.
L’oleodotto transalpino di Trieste
Intanto, in Italia si parla di un eventuale potenziamento dell'oleodotto transalpino, che collega il porto di Trieste all'Europa centrale; l'oleodotto è un'ottima alternativa alle forniture russe. Così il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino: “è importante avere infrastrutture che non sono governate da soggetti che in questo momento possono avere decisioni drastiche nei nostri confronti".