Caratrumpetrol. Si infiammano i prezzi, timore di attacchi agli oleodotti
Già aumentati i prezzi alle pompe di benzina e gasolio. Si temono attacchi alle infrastrutture. Le quotazioni l’anno scorso erano salite ai livelli del 2016
Con l'attacco militare americano e l'uccisione a Bagdad del generale iraniano Qassem Soleimani, la scorsa settimana le quotazioni del petrolio sono schizzate immediatamente in alto. Il rischio che la mossa di Trump possa aprire una nuova stagione di forte instabilità in Medio Oriente non poteva non avere ripercussioni sui mercati finanziari.
Il Brent, il petrolio del mare del Nord preso a riferimento in Europa, per la prima volta da 3 mesi ha superato il giorno dell’Epifania quota 70 dollari al barile, per poi chiudere a 69,03 dollari. L'effetto Soleimani si è fatto sentire soprattutto sui prezzi, ma le quotazioni erano in salita da giorni sia per la benzina sia per il gasolio, con aumenti dei prezzi per Eni, Tamoil, IP e Q8. Quanto al greggio americano Wti, ha toccato i massimi da maggio e, spinto anche dall'inatteso calo delle scorte Usa, in serata era in rialzo del 3,6%, a 63,4 dollari al barile mentre il Brent europeo, dopo aver superato i 69 dollari (top da settembre), quotava 68,1 dollari (+2,8%).
A preoccupare è soprattutto lo scenario iraniano. La fuga dall'Iraq (il cui ministero del Petrolio ha comunque dichiarato che produzione ed export di greggio restano normali) non riguarda l’Eni, la quale fa sapere che al momento le attività a Zubair procedono regolarmente.
L'attesa risposta dell'Iran all'attacco Usa, secondo molti analisti, potrebbe colpire le infrastrutture petrolifere che attraversano il Medio Oriente. Per Jason Bordoff, docente alla Columbia University, la risposta dell'Iran sarà dura. Gli attacchi aerei ai pozzi petroliferi sauditi, avvenuti a settembre e per i quali gli Usa accusarono l'Iran, secondo Bordoff “sarebbero solo l'inizio”. Tra gli obiettivi potrebbero esserci - avvertono gli esperti di ActivTrades - le petroliere che transitano nel Golfo Persico e quindi lo stretto di Hormuz, da cui passa il 20% del petrolio commerciato in tutto il mondo e il 29% delle importazioni italiane. Ora le prospettive sono molto rialziste, con prezzi che potrebbe raggiungere, secondo gli analisti di Eurasia Group, gli 80 dollari.
Un 2019 comunque molto positivo - Effetto Soleimani sul Brent o meno, il 2019 è stato un anno positivo per il petrolio, con le quotazioni salite ai massimi dal 2016. Il Wti, il benchmark statunitense, nel corso del 2019 è balzato del 34,5%, risultato migliore dal +45% del 2016. Leggermente inferiore, ma sempre positivo, anche l’andamento del Brent, il benchmark globale, avanzato del 22,7%, miglior performance dal +52,4% del 2016. Dicembre è stato un mese molto positivo per i prezzi del greggio alla luce dell’accordo dell’Opec Plus e dell’intesa sui dazi tra Cina e Stati Uniti. Il Wti è aumentato del 10,7% mentre il Brent del 5,7%, miglior risultato da aprile. All’inizio del mese scorso, infatti, i paesi dell’Opec Plus hanno stabilito un taglio alla produzione di petrolio di altri 500.000 barili al giorno (oltre agli 1,2 milioni di barili decisi a dicembre 2018) a partire da oggi sino alla fine di marzo per un totale di 1,7 milioni di barili complessivi. In particolare, 350.000 barili sono a carico dei Paesi Opec e 150.000 di quelli non Opec.
Alcuni Paesi, tra cui l’Arabia Saudita, si sono impegnati a una riduzione di quota ancora più consistente su base volontaria, che potrebbe portare il totale dei tagli a 2,1 milioni di barili.
Codacons presenta esposto - "Già Da tempo il Governo sta pensando, al fine di far quadrare i conti e risanare il buco economico di oltre 3 miliardi di Euro, di aumentare il prezzo della benzina e del Diesel come manovra necessaria. - afferma Marco Donzelli, Presidente del Codacons - . Si prevedono infatti, grazie all’aumento delle imposte sulla benzina, gettiti di oltre 1,2 miliardi di Euro per il 2021 e più di 1,7 per il 2022. Falso attribuire quindi alle tensioni in Medio-Oriente gli aumenti dei costi - conclude il Codacons - presenteremo un esposto all'Antitrust al fine di verificare la correttezza di quanto avviene."