Effetto Trump. L’Iran firma raffica di intese; l’ultima - 2,2 miliardi di dollari - con la Gazprom
Shell, Total, Schlumberger: il Governo di Teheran cerca di firmare quanti più accordi possibili prima che il nuovo presidente Usa privilegi una linea politica che porti all’isolamento dello Stato persiano
Un memorandum d'intesa del valore di circa 2,2 miliardi di dollari è stato siglato l’altra settimana dal ministero iraniano del Petrolio con il colosso petrolifero russo Gazprom per lo sviluppo dei giacimenti di Cheshme Khosh e Changouleh, entrambi situati nell'ovest della Repubblica persiana.
Lo ha riferito l'agenzia di stampa iraniana semiufficiale Tasnim, precisando che alla cerimonia della firma dell'accordo erano presenti il ministro iraniano del Petrolio, Bijan Zanganeh, e il ministro russo dell'Energia, Alexander Novak.
Il giacimento di Changouleh figurava nella lista di 45 progetti indicata dal ministero del Petrolio di Teheran alla conferenza di Londra di un anno fa dedicata agli investimenti stranieri.
L'ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca sta mettendo il turbo agli affari in Iran, con il governo persiano al lavoro per stringere il maggior numero di accordi in campo petrolifero prima che la situazione possa di nuovo precipitare. Il timore del presidente Hassan Rohani è che l'ascesa alla presidenza del tycoon, associata alla pressione interna degli ultraconservatori, possano spingere nuovamente la Repubblica islamica in quell'isolamento economico e politico dal quale, dopo l'accordo sul nucleare, sta faticosamente tentando di uscire.
La scorsa settimana le autorità iraniane hanno firmato un altro importante memorandum d'intesa con la Shell per lo sviluppo di due tra i più importanti giacimenti petroliferi del Paese, quelli di Azadegan Sud e Yadavaran.
Accordi analoghi sono stati siglati nell'ultimo mese con la Schlumberger, la più grande società per servizi petroliferi al mondo, ed altre compagnie cinesi, norvegesi, thailandesi e polacche. A novembre, invece, era stata la francese Total a firmare un memorandum per lo sviluppo di una parte del giacimento Pars Sud, del valore stimato di 4,8 miliardi di dollari.