Il caso dei giacimenti di Cipro. Eni e Saipem aspettino ancora
La nave perforatrice avrebbe difficoltà a restare in attesa, perché a marzo dovrà andare a lavorare al largo del Marocco
La Saipem 12000, la nave da perforazione noleggiata dall'Eni e bloccata al largo di Cipro dalla marina militare turca, potrà attendere nella zona fino al 22 febbraio - quando scadrà l'attuale notifica di Ankara relativa alle sue esercitazioni militari in quell'area del Mediterraneo orientale - ma non molto più a lungo. Lo sostengono fonti del governo di Nicosia, citate da media locali.
Oltre che per i costi di noleggio - che secondo operatori del settore possono arrivare fino a mezzo milione di euro al giorno - la nave perforatrice avrebbe difficoltà a restare in attesa anche perché a marzo sarebbe destinata a ulteriori attività al largo del Marocco, secondo queste fonti. Le previste perforazioni della Saipem 12000 nel blocco 3 della Zona economica esclusiva di Cipro hanno una durata stimata in 20-25 giorni. "Siamo pronti ad affrontare la situazione secondo gli sviluppi. Stiamo considerando varie cose, sono stati tracciati scenari alternativi, e la Repubblica (di Cipro) agirà secondo l'evoluzione della situazione", ha detto il portavoce del governo di Nicosia.
"La situazione non è sotto il nostro controllo": i Paesi interessati "stanno discutendo" e "noi al momento stiamo aspettando". Ha risposto così l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
"Ho parlato con il presidente cipriota e gli ho espresso la solidarietà della Ue. La Turchia viola le regole del diritto internazionale con una provocazione inutile". Lo afferma il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.