Giacimenti contesi. L’Eni rinuncia, la nave Saipem lascia Cipro
La nave perforatrice ha lasciato il Mediterraneo orientale dopo essere stata nuovamente bloccata da navi da guerra turche
Svolta nel caso della Saipem 12000, la nave perforatrice noleggiata dall'Eni e bloccata da due settimane al largo della costa sudorientale di Cipro dalla marina militare turca, a circa 50 chilometri dall'area designata dalla licenza di Nicosia ma contesa dalla Turchia.
La nave perforatrice ha lasciato le acque del Mediterraneo orientale, diretta in Marocco per altre attività, dopo essere stata nuovamente bloccata sulla rotta da cinque navi di Ankara, che hanno "minacciato di usare la forza".
L'annuncio arriva dal governo di Nicosia, secondo cui si tratta di una battuta d'arresto che però non impedirà nei prossimi mesi le previste esplorazioni di idrocarburi nella sua Zona economica esclusiva, rivendicata anche da Ankara e dai turco-ciprioti.
Tra le altre compagnie che hanno ricevuto licenze, ci sono la francese Total e la statunitense ExxonMobil.
Il passo indietro è giunto dopo un ultimo tentativo di aggirare il blocco turco, concordato da Nicosia con l’Eni, secondo il ministro cipriota dell'Energia Giorgos Lakkotrypis.
La Saipem 12000 ha provato a dirigersi con grande determinazione verso il Blocco 3, dove erano previste le attività di perforazione, ma è stata intercettata dalla marina turca, che ha "minacciato di usare la forza".
A quel punto, la nave è stata costretta a tornare indietro, dirigendosi poi verso il porto cipriota di Limassol per fare rifornimento.
Ora è diretta verso il Marocco.
Dopo il braccio di ferro in mare, la palla resta ora nel campo della diplomazia.
Il presidente cipriota Nicos Anastasiades, a Bruxelles per la riunione informale dei leader dei 27, ne ha discusso con quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e con il premier greco Alexis Tsipras.
Nuovi colloqui ad alto livello sono previsti nei prossimi giorni per affrontare una questione che sta aggravando ulteriormente le tensioni tra Ankara e Bruxelles, a poco più di un mese dall'atteso summit di Varna tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i vertici Ue. Cipro, intanto, prepara ricorsi ai tribunali internazionali.
"La Turchia crede che ci spaventerà in modo da farci fermare le nostre attività. Al contrario - assicura Nicosia - continueremo con il nostro programma, nonostante tutte le provocazioni".
La Turchia ha deciso di interferire con le trivellazioni dell'Eni nel Mediterraneo orientale, perché rappresenta "l'anello debole" nello scontro con Cipro sullo sfruttamento delle risorse dell'isola, ha detto il ministro degli Esteri uscente di Nicosia, Ioannis Kasoulides. "La forza delle armi prevale quando non ci sono forze che si oppongono", ha aggiunto Kasoulides, citato dalla tv di stato cipriota.