Il Cnr garantisce: lo stoccaggio gas di Poggiofiorito in Abruzzo non causa terremoti
Lo si apprende dalla relazione tecnica sismotettonica dal laboratorio di modellazione geologica di sottosuolo dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria. Il progetto del deposito sotterraneo di metano si trova da anni a San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, per cui è stata richiesta la proroga per la valutazione di impatto ambientale
“È del tutto ragionevole assumere che la configurazione geologica di sottosuolo del sito di stoccaggio e la geometria dei sistemi di faglie presenti non sia stata influenzata dai principali eventi sismici avvenuti negli ultimi anni in Abruzzo”. È stato assolto con formula piena il progetto di riutilizzare come stoccaggio sotterraneo di metano il vecchio giacimento vuoto di Poggiofiorito proposto da Gas Plus Storage, società titolare. Il progetto si trova a San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti. Lo si apprende dalla relazione tecnica sismotettonica, richiesta dal ministero dell’Ambiente e redatta dal laboratorio di modellazione geologica di sottosuolo dell’ Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Tutto nasce dalla richiesta che Gas Plus ha recentemente avanzato al ministero dell’Ambiente di proroga per la valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di un deposito di metano nel sottosuolo. Il progetto, che prevede un volume complessivo di 157 milioni di metri cubi, destava preoccupazioni per i rischi di terremoti indotti in un’area già classificata come a elevata sismicità.
Le possibili influenze
“Sulla base dei dati e delle evidenze attualmente disponibili – spiega la relazione - è del tutto ragionevole assumere che la configurazione geologica di sottosuolo del sito di stoccaggio (roccia serbatoio e roccia di copertura) e la geometria dei sistemi di faglie presenti non sia stata influenzata dai principali eventi sismici avvenuti negli ultimi anni in Abruzzo. Tale conclusione è basata su un’approfondita analisi degli effetti prodotti dagli eventi di maggiore magnitudo della sequenza dell’Italia centrale del 2016-2017, che include alcuni dei più forti terremoti avvenuti negli ultimi 15 anni in Italia Centrale e in Abruzzo. Le rotture superficiali sono presenti solo in una ristretta fascia, in cui sono localizzate le faglie che si sono attivate in occasione degli eventi sismici principali, posta a distanze di diverse decine di chilometri”.
Non solo. “La fascia interessata da deformazioni del suolo (sollevamento o subsidenza) si estende in una direzione, trasversale rispetto alle faglie responsabili dei terremoti. Tale fascia ha un’ampiezza di non più di circa 30 km nel caso dell’evento maggiore (e.g. terremoto di Norcia di Mw 6.5 del 30 ottobre2016), ed è anche minore nel caso degli altri eventi di magnitudo più bassa, non arrivando quindi ad interessare la zona periadriatica abruzzese in cui è ubicato il sito di stoccaggio”.
Sismicità di stoccaggi gas nel mondo
“La letteratura scientifica – si legge ancora in un passaggio delle conclusioni - descrive in modo esauriente le caratteristiche dei processi fisici, associati alle attività antropiche che prevedono iniezione/estrazione di fluidi dal sottosuolo, capaci di causare eventuale sismicità indotta, o innescata (…). Le attività operative svolte nei siti di stoccaggio nel sottosuolo, che prevedono una periodica iniezione ed estrazione di metano dalle rocce serbatoio, hanno generato sismicità indotta in solo rari casi (…). I pochi casi rilevati nel mondo sono associati a siti di stoccaggio con trappole delimitate o interessate da faglie attive e sismogenetiche (Castor in Spagna o Hutubi in Cina) o comunque associati a contesti geologici con rocce serbatoio con caratteristiche del tutto diverse da quelle presenti nei siti di stoccaggio italiani”.
In ogni caso, le attività di monitoraggio microsismico dei siti di stoccaggio di gas nel sottosuolo già operanti da molti anni in Italia, in contesti geologici simili a quelli a del progetto Poggiofiorito Stoccaggio, non hanno registrato sinora alcun caso di sismicità indotta. Ecco perché, dunque, la fascia periadriatica abruzzese che risulta essere sismicamente attiva, come documentato dalla sismicità storica, rimarrà dunque tale a prescindere dall’eventuale presenza del sito di stoccaggio di gas.
Per saperne di più: https://va.mite.gov.it/File/Document...