Confindustria: 110 miliardi d’investimenti in infrastrutture energetiche per ripartire
Lo studio 2020 degli industriali stima un aumento del Pil dello 0,8% al 2030 e 135mila occupati. Particolare attenzione alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi
Rilanciare gli investimenti in infrastrutture energetiche primarie e semplificare i procedimenti autorizzativi per favorire la ripresa economica post Covid-19: sono le proposte di Confindustria Energia, che le ha presentate in uno studio 2020 sull’andamento e i programmi di investimento in Italia al 2030, in coerenza con le linee dettate dal Piano nazionale Energia e Clima (Pniec) e con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Nel prossimo decennio, si legge nello studio, in base ai principali risultati, si prevedono in Italia 110 miliardi di euro di investimenti, con un aumento dello 0,8% del Pil; dal punto di vista sociale un aumento di occupazione pari a 135 mila Unità lavorative annue (ULA); sul versante ambientale, una riduzione di 75milioni di tonnellate di CO2 al 2030 oltre agli effetti collegati ai progetti di economia circolare che garantiscono la sostenibilità degli investimenti nel territorio.
Lo Studio, sottolinea Confindustria Energia, rivolge particolare attenzione alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi con specifiche proposte riguardanti la perentorietà dei termini temporali, la coerenza del quadro normativo e la governance dei rapporti tra le istituzioni nazionali e regionali. La disponibilità di infrastrutture energetiche, come emerge dallo Studio, condiziona il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione secondo i tempi previsti, con effetti anche sul grado di sicurezza e stabilità del sistema energetico nel suo complesso. La certezza dell’approvvigionamento energetico e la promozione di un modello di sviluppo sostenibile sono temi che vedono fortemente coinvolte l’Europa e l’Italia, e pongono le basi per sostenere una più stretta cooperazione energetica tra Europa e i Paesi del Mediterraneo, con risvolti positivi in termini di reciproche opportunità e mutui benefici.
Gli scenari dell’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia prevedono per i Paesi della costa meridionale ed orientale del Mediterraneo un notevole incremento demografico, una crescente domanda di energia e significativi investimenti entro il 2030 per il settore energetico. La presenza nell’area dei principali operatori italiani, sostenuta da iniziative istituzionali a livello regionale ed europeo, metterebbe l’Italia al centro di un Green Deal Euro-Mediterraneo con significative ricadute a livello economico, sociale ed ambientale per il nostro Paese e per la Regione.
Le valutazioni esposte nello Studio sono state realizzate tra ottobre 2019 e marzo 2020, momento in cui l’Italia iniziava la sua battaglia nell’emergenza Coronavirus, le cui conseguenze sul settore energetico è prematuro valutare. È prevedibile ad esempio che gli investimenti nel settore petrolifero subiranno dei rallentamenti dovuti alla significativa caduta della domanda e all’andamento dei prezzi delle materie prime, i cui impatti e conseguenze andranno valutati. Va sottolineato comunque che, considerando lo spettro di filiere energetiche analizzate, le indicazioni fornite dallo Studio rappresentano un riferimento oggettivo per il prossimo decennio, pur tenendo presente i possibili rallentamenti nella realizzazione di alcuni progetti nel breve periodo.
“Infrastrutture energetiche per l’Italia e per il Mediterraneo” è stato sviluppato da Confindustria Energia con la partecipazione delle sue Associazioni (Anigas, Assogasliquidi, Assomineraria, Elettricità Futura, Igas Imprese Gas e Unione Petrolifera) delle società Snam e Terna e dell’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia (OME) con il supporto analitico di PwC Strategy.