torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Ecco perché il Governo vuole aumentare le accise sul diesel (e gli ambientalisti applaudono)

where Roma when Lun, 07/10/2024 who roberto

L’idea prevede un allineamento delle aliquote fiscali che tenga conto delle raccomandazioni della Commissione europea in materia di sussidi ambientali dannosi. Le stime di Unem, lo studio di Ecco

Il Governo italiano sta prendendospesa-carburante.jpg in seria considerazione l’idea di rendere uniformi le accise su diesel e benzina. L'obiettivo principale è recuperare risorse per cercare di mettere in equilibrio i conti. L'ipotesi di rialzo delle accise sul gasolio è previsto dal Piano strutturale di bilancio presentato lo scorso 28 settembre dal governo. In teoria, l’idea sarebbe ridurre l’impatto ambientale causato dall’uso di questi carburanti e prevede un allineamento delle aliquote fiscali che tenga conto delle raccomandazioni della Commissione europea in materia di “sussidi ambientali dannosi", dato dal differente trattamento fiscale, esistente in Italia, tra gasolio e benzina.
 
I numeri Unem
Attualmente, ricorda in una nota Unem, il carico fiscale totale (accise + Iva) sulla benzina è di 1,041 euro/litro (di cui 0,313 di Iva) pari al 60% del prezzo al consumo, mentre sul gasolio di 0,909 euro/litro (di cui 0,292 di Iva) pari al 56%. Un livello di tassazione che nel caso del gasolio è il più alto tra i 27 paesi europei.
Nell’ipotesi estrema in cui l’allineamento delle attuali aliquote si traducesse nell’equiparazione dell’accisa sul gasolio a quella della benzina, l’effetto sarebbe un aumento immediato dei prezzi al consumo del gasolio di 13,5 centesimi di euro al litro, includendo la componente dell’Iva (pari al 22% del prezzo industriale maggiorato delle accise). Un aumento che si tradurrebbe in un maggiore esborso per le famiglie stimato a quasi 2 miliardi di euro, ovvero circa 70 euro all’anno per le 26 milioni di famiglie. L’aumento del gasolio avrebbe inoltre un effetto sul trasporto merci e passeggeri con mezzi che non usufruiscono delle agevolazioni di accisa previste (mezzi pesanti inferiori alle 7,5 tonnellate e mezzi pesanti ante euro V).
 
Piace agli ambientalisti
Il think tank italiano per il clima Ecco ha presentato un’analisi comparata dei costi di ricarica elettrica e di rifornimento di carburanti tradizionali per l’auto, concentrandosi sul peso degli oneri fiscali e parafiscali applicati e sulle implicazioni di gettito per lo Stato. Dallo studio emerge che lo sconto dell’accisa sul diesel rispetto alla benzina costa, allo Stato, 3,5 miliardi di euro. In un’ottica di progressiva elettrificazione della flotta di auto circolanti – si legge - è necessario guardare in modo coerente alle componenti fiscali e parafiscali dell’energia per i trasporti.
L’analisi fa notare che la penetrazione dell’auto elettrica nella flotta di veicoli circolanti comporta una significativa riduzione dei consumi energetici, data la sua elevata efficienza energetica. Ne consegue una inevitabile riduzione del gettito dello Stato, stimata nello studio in 1 miliardo di euro al 2030.
L’incremento del peso della fiscalità sull’elettricità porterebbe a un aumento dei costi insostenibile per famiglie e imprese. Già gli oneri fiscali e parafiscali applicati alle ricariche elettriche sono maggiori delle accise sui carburanti fossili, in contraddizione con un approccio coerente con i principi di fiscalità ambientale e attento alle necessità di evoluzione del mercato dell’auto verso l’elettrico.
Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore di Ecco – il think tank italiano per il clima ha detto: “La proposta del governo di mettere mano alla differenza di accisa tra diesel e benzina è una decisione inevitabile, sia per le evoluzioni attese del mercato dell’auto sia per le esigenze di gettito dello Stato. È essenziale che la fiscalità dei beni energetici sia coerente con l’evoluzione del mercato e a sostegno della transizione. Spetta al governo decidere se i meccanismi con cui correggere questa esigenza fiscale possano essere diluiti in un periodo più ampio in base alle dinamiche di penetrazione sul mercato dell’auto elettrica o maggiormente concentrati per esigenze di bilancio. Certamente questi aumenti devono essere accompagnati da strumenti di garanzia per i consumatori finali
 
La stangata ai consumatori
"Sfugge che cosa intende fare il Governo quando nel piano strutturale di bilancio parla di allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina. L'auspicio è che abbassi quella della benzina portandola al livello del gasolio e non certo viceversa" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori a proposito dell’idea dell’aumento.
"Si tratterebbe di una stangata da 162,50 euro all'anno per gli automobilisti che hanno un'auto diesel e una rovina per le conseguenze sull'inflazione, atteso che il costo di trasporto di qualunque prodotto viene poi traslato sui consumatori finali" conclude Dona.
Secondo lo studio dell'associazione di consumatori, se l'accisa del gasolio salisse da 61,74 cent a 72,84 cent al litro, ossia pari a quella della benzina, il prezzo del diesel, considerando anche l'Iva, salirebbe di quasi 14 cent al litro, con un rincaro pari a 6 euro e 77 cent per un pieno da 50 litri. Una stangata su base annua, considerando due rifornimenti al mese, pari a 162 euro e 50 cent.
 
Leggi il rapporto di Ecco: https://eccoclimate.org/it/la-fiscal...

immagini
diesel