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Exxon acquisisce il gigante dello shale Pioneer per 60 miliardi di dollari

where Houston (Stati Uniti) when Lun, 16/10/2023 who roberto

L’accordo rappresenta il più grande affare per Exxon da quando ha acquistato Mobil e dovrebbe concludersi nella prima metà del 2024

È in dirittura d'arrivo l'acquisizioneexxon-pioneer.jpg di Pioneer Natural Resources (definita dagli analisti un ''gigante dello scisto'') da parte di Exxon Mobil, nell'ambito di un accordo da 60 miliardi di dollari. L’acquisizione da parte di Exxon Mobil della rivale Pioneer Natural Resources è la più grande fusione nell'ambito delle aziende che si occupano di petrolio e gas degli ultimi dieci anni. Exxon Mobil ha dichiarato di avere accettato di acquistare Pioneer Natural Resources per 59,5 miliardi di dollari in un accordo su tutte le azioni, ovvero 253 dollari per azione. L’accordo rappresenta il più grande affare per Exxon da quando ha acquistato Mobil e dovrebbe concludersi nella prima metà del 2024.

L’operazione
Secondo il Financial Times, l’acquisizione permette a Exxon di espandersi nel vasto bacino Permiano controllato da Pioneer, che si estende nel Texas e nel New Mexico, consolidando così la sua posizione di maggiore società petrolifera occidentale. Exxon e Pioneer, che ad aprile avevano avviato dei colloqui informali per l’acquisizione, non hanno rilasciato commenti.
Pioneer Natural Resources ha una capitalizzazione di mercato di 50 miliardi di dollari ed è il più grande produttore di greggio del Texas. Dopo una serie di utili trimestrali molto positivi, la società dispone di una forte liquidità. Attiva nel settore dell’esplorazione di idrocarburi, la società opera soprattutto nel giacimento petrolifero del Cline Shale all’interno del Bacino Permiano, di cui Pioneer detiene la maggior parte della superficie. La produzione dell’azienda si concentra su idrocarburi contenuti in rocce scistose. Si tratta di risorse ritenute non convenzionali perché, per estrarle, è necessario “fratturare” le rocce impermeabili all’interno delle quali sono racchiuse. La procedura viene chiamata “fracking”: si tratta di iniettare nel giacimento un fluido ad alta pressione (di solito una miscela di acqua e sabbia) che riesce a spaccare le rocce, facendo fuoriuscire il petrolio o il gas contenuto al loro interno.
 
La dichiarazione
ExxonMobil, si legge in una nota della società che ha sede a Houston, in Texas, ''prevede di migliorare la digitalizzazione e l’automazione sul campo che ottimizzeranno la produttività e i costi di produzione''. ''La combinazione - è scritto ancora nella nota - trasforma il portafoglio upstream di ExxonMobil aumentando la produzione a basso costo di fornitura, nonché la flessibilità del capitale a ciclo breve. La società prevede un costo di fornitura inferiore a 35 dollari al barile dalle attività di Pioneer. Entro il 2027, i barili a ciclo breve costituiranno oltre il 40% dei volumi totali upstream, consentendo all’azienda di rispondere più rapidamente ai cambiamenti della domanda e di aumentare la cattura del rialzo di prezzi e volumi''.

immagini
exxon-pioneer