Galsi, addio? Sonatrach rinvia la decisione a maggio 2013
Per la società di stato algerina, al momento gli investimenti non sarebbero adeguatamente garantiti. Tornano in ballo la spinosa questione delle forniture a lungo termine e il possibile eccesso di offerta di gas
Se ne riparla l’anno prossimo: la decisione sulla realizzazione del gasdotto Galsi, che dovrebbe unire l'Algeria all'Italia attraverso la Sardegna, è stata rinviata ''per motivi tecnici'' al 30 maggio 2013. Lo ha annunciato l'algerina Sonatrach in un comunicato, in cui dà notizia dell'esito dell'assemblea del consorzio, che si è svolta lo scorso 14 novembre a Milano. Del consorzio fanno parte Sonatrach (capofila con il 41,6%), Edison, Enel Produzione, Sfirs (la finanziaria della Regione Sardegna) e il gruppo Hera.
L'assemblea generale di Galsi, recita il comunicato citato dall'agenzia Aps, “ha rinviato all'unanimità la decisione finale d'investimento al 30 maggio 2013, per motivi tecnici”.
Nel luglio scorso l'ad di Sonatrach, Abdelhamid Zerguine, aveva annunciato che il suo gruppo si sarebbe pronunciato a novembre sull'opportunità di sviluppare o abbandonare il progetto. Nella nota, Sonatrach precisa comunque che in occasione della visita del presidente del Consiglio Mario Monti in Algeria ai primi di novembre, i due paesi “hanno preso atto con soddisfazione dello stato di significativo avanzamento del progetto Galsi, che segna una tappa importante nella concretizzazione del progetto altamente strategico per l'approvvigionamento a lungo termine del mercato italiano del gas”.
Sempre a luglio scorso, tuttavia, Zerguine aveva indicato che la decisione di impegnarsi nello sviluppo del gasdotto, della portata di 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno, era stata ritardata a causa dei parametri di prezzo che i soci vorrebbero imporre al gruppo algerino. “A nostro giudizio - aveva spiegato Zerguine - non dobbiamo investire senza che i nostri investimenti siano garantiti e protetti. È necessario che coloro che prelevano il gas investano con noi e assicurino un ammortamento ragionevole delle nostre installazioni sul lungo periodo”. Sul tema dei contratti a lungo termine con la clausola take ora pay è da tempo in atto una riflessione nei Paesi consumatori, visto che il prezzo del gas a cui sono vincolati questi contratti è attualmente più alto del prezzo spot.
Potrebbe dunque trattarsi anche adesso di un problema di prezzo, anche se sullo sfondo c'è il tema dell'affollamento delle infrastrutture in progettazione, in un periodo di consumi al palo in Europa. Da una parte c'è il South Stream, il gasdotto che dalla Russia dovrebbe portare il gas all'Europa attraverso il mar Nero.
Dall'altra c'è il Tap, la Trans Adriatic Pipeline attraverso cui arriverà il gas del Mar Caspio. E potrebbero essere proprio questi due gasdotti, che farebbero ridimensionare il ruolo
dell'Algeria sul mercato europeo, a far tirare il freno a Sonatrach: secondo indiscrezioni di stampa, infatti, se l'Italia li sosterrà entrambi gli algerini potrebbero decidere di abbandonare il progetto.