Gas. Continua a crescere la domanda mondiale (+3,6%), nuovo record per il GNL
Lo evidenzia la relazione di Arera nel capitolo dedicato allo scenario internazionale dedicato al gas naturale e al gas naturale liquefatto
I consumi mondiali di gas sono aumentati del 3,6%, toccando quota 3.948 miliardi di m3, e per 136 miliardi di m3 aggiuntivi a livello globale: l’area OCSE ha contribuito per 63 miliardi di m3 e la Cina per 24 miliardi di m3. Lo evidenzia la relazione annuale ARERA nel capitolo dedicato al gas.
All’interno dell’area OCSE, i volumi incrementali sono da attribuirsi in gran parte all’area americana, per 44 miliardi di m3, mentre l’aumento nell’area asiatica ed europea è stato rispettivamente paria 5 e 14 miliardi di m3. In Europa, crescono i consumi nell’UE più del 5%, passando da 470 a 495 miliardi di m3, principalmente per la maggiore domanda del settore termoelettrico, grazie ai prezzi del gas in calo e al contemporaneo rialzo dei prezzi dei permessi di emissione. Anche nel 2019 Stati Uniti e Cina sono stati i due principali centri di crescita dei consumi, nonostante il contesto di debolezza delle economie, un inverno mite in tutto l’emisfero nord e il rilassamento delle politiche governative sulla transizione dal carbone al gas ne abbiano comportato un rallentamento.
Per quanto riguarda l’offerta, nel 2019, la produzione OCSE di gas naturale è aumentata di 93 miliardi di m3 rispetto al 2018. La maggior parte della crescita è stata osservata nelle Americhe e più specificatamente negli Stati Uniti, +89 miliardi di m3, grazie all’ulteriore spinta produttiva dello shale gas da fratturazione. Di rilievo è stato anche l’incremento produttivo dell’area Asia Oceania, con l’Australia che ha fatto registrare un incremento del 14,8%, per 22 miliardi di m3, grazie all’avvio di nuovi treni di esportazione di GNL. L’Europa OCSE ha subìto invece un calo del 6,8% nella produzione di gas naturale. Per quanto riguarda il GNL, per il sesto anno consecutivo il commercio ha stabilito un nuovo primato, raggiungendo i 354,7 di milioni di tonnellate, con un incremento di 40,9 Mt dal 2018 (+13%), nonostante il rallentamento della crescita della domanda asiatica, sulla quale hanno pesato l’indebolimento della conversione dal carbone al gas, l’aumento delle rinnovabili nel mix energetico e la debolezza più generale delle economie. Il nuovo record della domanda mondiale di GNL è legato al forte incremento delle importazioni europee, che sono quasi raddoppiate, raggiungendo un totale di 86 milioni di tonnellate nel 2019. La combinazione della forte crescita dell’offerta mondiale con il rallentamento della domanda asiatica ha infatti permesso all’Europa di beneficiare di abbondanti arrivi a prezzi molto bassi. Altri mercati chiave nella crescita mondiale del GNL sono stati la Corea del Sud, l’India, il Pakistan e il Bangladesh.
Import - Le importazioni nel 2019 hanno raggiunto i 70,9 miliardi di metri cubi, in aumento del 4,5% rispetto al 2018. Con l’eccezione dei volumi provenienti dall’Algeria, che sono diminuiti del 25,6% rispetto al 2018, sono cresciute le importazioni da tutti gli altri paesi da cui l’Italia acquista il gas. Il gas che è venuto a mancare dall’Algeria (4,6 miliardi di m3), è stato più che compensato dai più elevati volumi provenienti dagli altri tradizionali paesi da cui l’Italia importa il gas. Infatti, nel 2019 abbiamo importato: 3 miliardi di m3 in più dalla Norvegia, 1,2 in più dalla Libia, 0,5 in più dall’Olanda e 0,2 in più dalla Russia; sono inoltre aumentati di circa 2,7 miliardi di m3 (cioè del 125%) i volumi provenienti dalle altre zone (significativi i carichi di GNL provenienti da Trinidad & Tobago, per 1,4 miliardi di m3, e 1,6 miliardi di m3 dagli Stati Uniti, consegnati presso il terminale di Livorno). Nel 2019, quindi, il peso della Russia tra i paesi che esportano in Italia è leggermente diminuito al 46% (era al 47,7% nel 2018), mentre la quota dell’Algeria è scesa dal 26,5% al 18,8%. Il terzo paese per importanza è il Qatar, da cui arriva il 9,2% del gas complessivamente importato in Italia (9,6% nel 2018), seguito dalla Norvegia la cui quota è all’8,7% e dalla Libia all’8%. Il 6,8% delle importazioni italiane nel 2019 è arrivato dall’insieme degli altri paesi. Grazie al significativo incremento della quota norvegese, l’incidenza delle importazioni dal Nord Europa (cioè da Norvegia e Olanda insieme) è salita all’11,1%, dal 6,5% del 2018. Il 6% del gas approvvigionato all’estero risulta acquistato presso le borse europee. Le importazioni di Eni rappresentano una quota, in calo, del 47,1% (52,3% nel 2018). Tale quota si mantiene ben al di sopra del punto di minimo toccato nel 2010, quando per effetto dei tetti antitrust stabiliti dal decreto legislativo 164/2000, la porzione di gas estero approvvigionata da Eni era scesa al 39,2%. I primi tre importatori coprono una quota dell’71,6% (83,5% nel 2018) del gas importato.