Gas. Paura idrica, Tap indagato
La Procura di Lecce ora cerca di scoprire se il cantiere ha immesso composti pericolosi nel sottosuolo
La procura di Lecce ha aperto una nuova inchiesta sul gasdotto Tap che si sta posando fra l’Azerbaigian e l’Europa con il passaggio per la Puglia. Poiché le analisi condotte dalla società Tap hanno tracce di metalli e di altri composti nelle acque sotterranee presenti sotto il cantiere di San Basilio, l’ipotesi è che quei composti siano filtrati dal cantiere.
L'inchiesta e il sequestro di documentazione sulla realizzazione del gasdotto Tap nasce dopo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, nel luglio scorso aveva emesso una ordinanza di divieto di prelievo dell'acqua dai pozzi dell'area del cantiere, perché sarebbero stati osservati superamenti dei limiti di manganese, nichel, arsenico e cromo esavalente, la cui presenza era stata riscontrata in quantitativi superiori alla norma, così come si evinceva dai regolari controlli effettuati da Tap.
L'azienda - sempre secondo quanto veniva sottolineato nell'ordinanza del sindaco - non avrebbe impermeabilizzato l'area di cantiere come previsto nella prescrizione A36 e A55 della Via, causando la dispersione in falda delle sostanze pericolose.
Il sindaco aveva anche disposto l'immediata sospensione di ogni attività presso il cantiere di San Basilio, dove è stato realizzato il pozzo di spinta del gasdotto. Lavori che restano bloccati, così come deciso dal Tar Lazio, che si è pronunciato sull'impugnazione che il Consorzio aveva prodotto per l'annullamento, previa sospensiva cautelare, dell'ordinanza del 24 luglio 2018 emessa dal sindaco di Melendugno.
Nell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce risultano al momento indagate tre persone. Si tratta dei legali rappresentanti di Tap.
"La sospensione di tutti i lavori del cantiere Tap fino alla conclusione delle indagini": lo chiede il Movimento No Tap. Nella nota gli attivisti chiedono "massima chiarezza su quanto sta avvenendo - ribadendo che - la nostra battaglia ha sempre denunciato strane irregolarità, che oggi forse vengono a galla". "Se ci fossimo stati noi al Governo 20 anni fa la Tap non si faceva. Adesso sulla sicurezza ci sarà la massima attenzione del ministro Costa". Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli.
“Noi il Tap non l'abbiamo voluto né imposto, ce la siamo trovato, ma sicuramente non daremo agevolazioni" dice il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. Fonti dell'azienda Tap affermano che "Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità" nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda.