La Gazprom aumenta il prezzo del metano all’Ucraina e cerca accordi con Pechino
Rincaro a 385,5 dollari per mille metri cubi, cancellato lo sconto per Kiev
L'amministratore delegato della Gazprom, Aleksei Miller, ha annunciato un aumento del prezzo del metano per l'Ucraina. La nuova tariffa è di 385,5 dollari per mille metri cubi. Finisce quindi lo sconto concesso a dicembre all'Ucraina del deposto presidente Viktor Ianukovich, che aveva portato il prezzo da circa 400 a 268,5 dollari. Dice Miller: “Lo sconto di dicembre non può più essere applicato. Questa decisione era stata definita in precedenza ed è una conseguenza del fatto che l’Ucraina non ha mantenuto il proprio impegno di saldare il debito per il gas distribuito nel 2013. Inoltre, l’Ucraina non ha pagato l’intera somma degli approvvigionamenti correnti, che vanno così ad ingrandire il debito. Ad oggi, il debito ammonta a $1.711 milioni ($1.711 miliardi)”. Lo sconto concesso da Mosca era in realtà per molti analisti una sorta di premio al governo ucraino per non aver siglato un accordo di associazione con l'Ue a fine novembre.
Intanto, la società moscovita ha condotto una missione in Cina, per colloqui che assumono una nuova importanza alla luce della crisi in Ucraina, con la Russia minacciata da ulteriori sanzioni sul fronte occidentale e l'Ue determinata a ridurre la dipendenza dal metano russo.
Il 9 aprile Miller e il vice-premier Arkadi Dvorkovic saranno a Pechino per consultazioni sulle forniture di gas alla Repubblica popolare cinese. L'obiettivo più volte dichiarato da Mosca è la firma a breve di un contratto trentennale per la consegna di metano russo alla Cina. La sigla ufficiale dovrebbe essere apposta nella capitale cinese il 20 maggio, in occasione della visita del presidente Vladimir Putin. Vari analisti sostengono che, dopo anni di negoziati, tra il "fornitore" russo e il "cliente" cinese ora potrebbe davvero essere in vista l'intesa definitiva. Il fattore decisivo potrebbe essere il raffreddamento delle relazioni tra Mosca e l'Ue, sulla scia della crisi ucraina. Ma più d'una volta simili previsioni si sono poi rivelate errate alla prova dei fatti. Russia e Cina sono divise sul prezzo delle forniture ormai da diversi anni. Lo scorso settembre il primo ministro russo Dmitri Medvedev aveva espresso, durante la sua visita in Cina, la speranza di una firma entro la fine dell'anno. In quell'occasione erano anche stati decisi i parametri per la definizione del prezzo del gas fornito lungo la cosiddetta "via orientale". Tuttavia, in seguito, Pechino ha escluso una firma entro il 2013, che in effetti non c'è stata. Il monopolista russo Gazprom e la compagnia statale cinese Cnpc hanno firmato un accordo di massima sulle forniture a ottobre 2009. Da allora i due Paesi sono impantanati in un'infinita trattativa. L'accordo prevede la fornitura di 68 miliardi di metri cubi di gas all'anno. 38 miliardi di metri cubi dovrebbero andare lungo la via orientale, altri 30 lungo la via occidentale. La via orientale userà come veicolo di trasmissione il gasdotto Power of Siberia. Quella occidentale invece prevede la costruzione del gasdotto dell'Altaj.
Allo stesso tempo, le tariffe per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina aumenteranno dal secondo trimestre dell’anno corrente in poi. L’incremento sarà del 10%, come previsto dalla formula inclusa nel contratto di transito del 2009, che considera il prezzo corrente del gas. Gazprom si impegna a pagare la tariffa di transito aumentata e a rispettare pienamente gli obblighi contrattuali.