Made in Italy. Siamo sesti al mondo per export di tecnologie rinnovabili
Un report sulla transizione energetica e sulle rinnovabili a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo
L'Italia, con il 3% dell'export mondiale, è il sesto paese esportatore (dopo Cina, Germania, Usa, Giappone e Hong Kong) a livello globale di tecnologie per le energie rinnovabili. È quanto emerge da un report sulla transizione energetica e sulle fonti rinnovabili a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
La resilienza della filiera rinnovabile
Nonostante l'Italia dipenda molto dalle importazioni in alcuni comparti, ha un saldo commerciale sempre positivo dal 2013. Emerge una fortissima specializzazione nei moltiplicatori di velocità, dei quali è il quarto paese esportatore. I dati aggiornati al 2020 - emerge dal report di Intesa Sanpaolo – mostrano un'ottima resilienza della filiera delle componenti core delle rinnovabili, il cui export è sceso solo del -2,3% (contro il -10% dal manifatturiero).
Più di 120 imprese
Nella ricerca è evidenziato anche che l'idrogeno rappresenta una nuova opportunità per il tessuto industriale italiano, in grado di generare una filiera competitiva, così come è avvenuto nell'ambito delle tecnologie rinnovabili. Sono state individuate, senza considerare i big player, circa 120 imprese della filiera dell'idrogeno, per un totale di 7 miliardi di euro di fatturato e oltre 19 mila occupati al 2019. Si tratta di aziende di piccole o medie dimensioni (il 40% ha meno di 10 milioni di fatturato), che operano soprattutto nel manifatturiero (circa il 50%), ma anche nella ricerca e consulenza scientifica (29%). L'attività di queste aziende potrà quindi, soprattutto se accompagnata da un adeguato supporto finanziario e dalla definizione di un chiaro quadro normativo, agire da "volano della ripresa in chiave green dell'economia italiana", rileva lo studio.