Mai più gas russo. Draghi e Di Maio in Algeria per far arrivare 9 miliardi di metri cubi
L’accordo prevede che un terzo del quantitativo sarà da Gnl: è uno dei tasselli del processo di sostituzione del gas russo, che riguarda altri sei paesi
Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in Algeria per firmare l’accordo sul gas che punta a fronteggiare quelli che vengono definiti dall’esecutivo gli “eventuali ricatti russi”. Si parla di un’intesa di ampio respiro, per un totale di 9 miliardi di metri cubi, di cui un terzo proveniente da gas naturale liquefatto, e si configura come una delle tappe principali del processo di sostituzione del gas russo, che riguarda altri sei paesi.
Tanti amici nel mondo
“Purtroppo siamo in ritardo come Paese, dovevamo diversificare molto prima, ma abbiamo tanti partner e amici nel mondo". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo il quale "l'Unione europea deve stabilire un tetto massimo al prezzo del gas. Non possiamo pensare, in questo momento, di preferire dinamiche speculative dei prezzi alla sicurezza delle nostre famiglie e delle nostre imprese". Il ministro degli Esteri ha fatto il punto sulla situazione degli approvvigionamenti energetici. "Il tetto al prezzo del gas - spiega - significa fermare le speculazioni che non sono legate oggi alle quantità, perché noi stiamo ricevendo tutto il gas dalla Russia, ma sono legate a dinamiche speculative-finanziarie". "Nell'ultimo mese e mezzo sono stato in Algeria, Qatar, Congo, Angola, Mozambico, Azerbaigian: tutti questi Paesi si sono detti disponibili ad aumentare le forniture all'Italia", ha assicurato.