Il ministero dell’Ambiente chiede a Tap di spostare in altri punti della Puglia il gasdotto dall’Azerbaigian
Si cerca una collocazione della costa meno pregiata di Melendugno
Il Ministero dell'Ambiente ha chiesto alla Trans Adriatic Pipeline di approfondire diverse ipotesi di approdo in Salento del gasdotto internazionale che porterà in Europa attraverso l’Italia il gas del giacimento Shah Denize in Azerbaigian, valutando approdi alternativi a San Foca nel comune di Melendugno. Tale sollecitazione fa parte di una lunga serie di integrazioni chieste dal dicastero in relazione al progetto presentato dalla multinazionale nel settembre 2013 e sottoposto alla procedura di Via.
Il documento è stato licenziato il 7 marzo dal presidente della Commissione Via, Guido Monteforte Specchi, e poi inoltrato dalla direzione generale del Ministero alla Tap, che ha reso noto di essere già al lavoro per rispondere in modo esaustivo, dichiarandosi aperta “ad ogni forma di fattiva collaborazione per rispettare la bellezza dei luoghi e la vocazione turistica di San Foca e del territorio circostante”. San Foca è una spiaggia libera, senza insediamenti turistici, nel Leccese.
Il Ministero ha chiesto espressamente alla società di “approfondire l'analisi delle alternative, sia quelle sviluppate a nord di quella prescelta e già ipotizzate nel Sia e sia di ulteriori alternative”, anche alla luce dell'ordine del giorno con cui il Governo, nell'assemblea della Camera del 5 dicembre scorso (nella quale è stato ratificato il trattato internazionale Italia-Grecia-Albania per la realizzazione dell'opera) “si è impegnato ad assicurare la più attenta valutazione delle alternative”.
Il Ministero dell'Ambiente ha espresso inoltre dubbi sulla realizzazione di un terminale di ricezione, così come previsto nel progetto, chiedendo a Tap di “contenere l'attuale area di 12 ettari” e di “limitare la superficie a quella indispensabile per la realizzazione degli impianti”.
In riferimento all'area di cantiere del micro tunnel a terra per evitare lo scavo di trincee di posa della conduttura, è chiesto “di precisare l'estensione dell'area necessaria, vista la genericità del lay-out del progetto definitivo”, nonché di “verificare e correggere evidenti incongruenze” riscontrate in merito alle dimensioni del pozzo di spinta del micro tunnel, all'area di lavoro e al processi di trattamento dei fanghi di perforazione.
Altri chiarimenti vengono sollecitati dalla Commissione Via in relazione alla realizzazione di una trincea in mare e alla “formazione di probabili campate libere lungo il tracciato della condotta”, considerato che “il tracciato prescelto attraversa zone critiche a morfologia complessa e accidentata”, e vengono ritenute necessarie ulteriori analisi “geotecniche, geologiche e geomorfologiche dell'area dell'approdo”, nonché un cronoprogramma più preciso delle attività di costruzione e una descrizione più dettagliata della fase di cantierizzazione e delle successive opere di mitigazione e ripristino.
Il ministero ha inoltre ritenuto necessari approfondimenti di natura ambientale, considerata la vicinanza della Palude di Cassano e di praterie di Posidonia, che risultano censite in maniera differente da diversi enti, nonché l'ipotesi di espianto di 1900 ulivi. In totale sono 48 le integrazioni chieste dalla Commissione Via a Tap. All'ultimo punto viene sollecitata “una valutazione preliminare anche sugli impatti cumulativi che la completa realizzazione dell'infrastruttura a regime potrà indurre”. Il progetto Trans Adriatic Pipeline prevede, infatti, la realizzazione del gasdotto dall'Azerbaijan fino alla costa salentina, ma altre opere dovranno essere in seguito realizzate per convogliare il gas alla rete di trasporto nazionale Snam. La multinazionale ha a disposizione 45 giorni per fornire le integrazioni richieste, se tale termine decorresse “senza esito” - è stato specificato dalla direzione generale del ministero dell'Ambiente - la Commissione tecnica concluderà l'istruttoria sulla base della documentazione agli atti.