Tutti (o quasi) a favore del gasdotto Tap in Puglia. Via libera da Galletti
Il progetto per il gas azero ha passato la Valutazione d’impatto ambientale
Il ministro dell’Ambiente, Gialuca Galletti, dà il via libera ambientale per il progetto del Tap, il Trans Adriatic Pipeline che, passando per Turchia e Grecia, porterà in Europa continentale il gas dell’Azerbaigian senza passare per la Russia approdando in Salento, a Melendugno, frazione San Foca.
“Vi sembra normale che un Paese come l'Italia blocchi un'infrastruttura strategica come il gasdotto Tap in una cornice come quella che stiamo vivendo a livello energetico?". È la domanda retorica formulata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa dedicata ai Mille Giorni del suo governo. “Non è possibile - ha scandito - e aver risolto quel tema significa essersi assunti una bella responsabilità come Governo, ma significa farlo”.
Il gasdotto Tap “è un'opera importante che dà la possibilità di diversificare le fonti e gli operatori interessati sono all'opera per cercare di risolvere il problema dei permessi: è interesse di tutti risolvere in tempi brevi le vie autorizzative”. Così l'amministratore delegato di Snam, Carlo Malacarne, parlando a margine del Workshop Ambrosetti a Cernobbio.
"È difficile immaginare un ruolo attivo della Regione in un contesto nel quale il sentiero era già tracciato a livello internazionale. Tanto più che alla Puglia era chiesta una valutazione tecnica su un progetto esistente, valutazione che per definizione è sito-specifica, ossia legata ad una determinata documentazione progettuale e a precise scelte localizzative". Lo afferma l'assessore alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro. "Continuo a leggere dichiarazioni improprie rispetto al ruolo della Regione nel proporre approdi alternativi per il gasdotto Tap e non posso fare a meno di pensare che quelle esternazioni siano frutto, a voler essere buoni, di memoria corta. Il destino di quel progetto, la forza degli interessi strategici ed economici legati al gasdotto sono stati chiari sin dall'inizio della vicenda, quando nel settembre del 2012 l'allora ministro degli Esteri del Governo Monti, Giulio Terzi, sottoscrisse a New York l'accordo trilaterale con Albania e Grecia. Accordo - continua Nicastro - che poi sarebbe stato ratificato dal Consiglio dei Ministri nel successivo mese di maggio. Ferme restando le prerogative del Governo nazionale in termini di strategia energetica, in quella occasione eccepii l'inopportunità di accordi sottoscritti senza che enti territoriali e popolazioni interessate dal progetto avessero potuto conoscerlo e capire come e quanto avrebbe inciso sulla realtà esistente". Nicastro ribadisce di "non essere un appassionato del no a prescindere" e di comprendere "le esigenze di fonti geograficamente alternative per l'approvvigionamento di gas, tanto più alla luce delle attuali tensioni tra Russia e Ucraina e delle possibili conseguenze per l'intero continente europeo". Inoltre precisa che "l'organo tecnico chiamato ad esprimersi, il Comitato Via, non ha tra le sue prerogative quello di suggerire alternative, ha il compito di valutare proposte e di esprimere pareri, non quello di proporre scelte tecniche o localizzative. Le risposte politiche non potevano che giungere da Roma che non ha mai fatto mistero del proprio interesse verso l'opera: in più occasioni anche il proponente, oltre a politici di varia estrazione, hanno cercato un consenso trasversale che alla fine, come temevamo, ha fatto scivolare tutto verso una blindatura a prescindere dell'opera nonostante le istanze dei territori e le prescrizioni tecniche del nostro comitato Via regionale. A chi, legittimamente esprimendo un proprio parere, dice che avremmo dovuto andare oltre posso solo suggerire di chiedere ai propri referenti romani quanto davvero sono interessati ai pareri dei territori, quanto veramente hanno il coraggio di ascoltare e far proprie le istanze di comuni, associazioni, imprenditori, quanto sono disposti a far valere a livello internazionale le preoccupazioni di cittadini italiani che sul territorio vivono e che pagano le tasse e che percepiscono il gasdotto come una imposizione. Magari mettendo da parte i toni da campagna elettorale".
Per il comitato No Tap che si oppone alla realizzazione del gasdotto la Via (Valutazione di impatto ambientale) va annullata per irregolarità. È quanto affermato in una nota in cui si annuncia la presentazione di un ricorso al Tar. Secondo il comitato, infatti, i documenti inviati da Tap per il rilascio dell'autorizzazione sarebbero stati presentati in ritardo rispetto ai termini previsti. "Il 18 marzo 2014 la commissione Via - sostiene il comitato - chiede a Tap 48 capitoli d'integrazione da presentare entro 45 giorni in soluzione unica. Tap, invece consegna le integrazioni in più pacchetti con alcuni elaborati che sono addirittura sostitutivi". Si tratterebbe, per i No Tap, di una irregolarità che invaliderebbe la procedura.
Sulle scelte di politica energetica il governo sta dimostrando poca trasparenza, come nel caso del gasdotto Tap per il quale l'esecutivo si è rivelato un sovrano assoluto. Questa la critica che arriva dal governatore della regione Puglia, Nichi Vendola, che in un tweet attacca il governo sul gasdotto. "La diffusa contrarietà delle popolazioni del Salento alla Tap a San Foca non ha trovato ascolto in governo che torna sovrano assoluto scelte che impattano fortemente sui territori", sottolinea Vendola. "Non contesto al governo la titolarità delle scelte di politica energetica, contesto la poca trasparenza con cui si discute di energia".